- Occuparsi prioritariamente della “questione meridionale” superando la logica del sussidio
- E’ quanto chiede al Governo Draghi Carmelo Miceli, deputato nazionale del Pd e responsabile Sicurezza del partito
- Il deputato sintetizza in una analisi la situazione di grave crisi economica e sociale che investe il Mezzogiorno ed in particolar modo la Sicilia
- Quattro proposte, a partire dal Recovery Plan, da trasformare in azioni concrete per risollevare il Paese
“Se c’è una cosa che mi aspetto dal Governo Draghi è la forza e determinazione di aggredire prioritariamente la “questione meridionale” e di farlo con l’ambizione di superare la logica del sussidio”. Lo dice Carmelo Miceli, deputato palermitano del Pd e responsabile nazionale Sicurezza del partito.
La Sicilia regione con il più alto rischio di povertà in Europa
Prosegue Miceli: “Senza che risulti necessario andare molto indietro nel tempo, appena nell’agosto scorso è stato lo stesso Presidente incaricato, durante il meeting di Rimini, a lanciare l’allarme: «I sussidi sono una prima forma di vicinanza, servono a sopravvivere, a ripartire. Ma finiranno e ai giovani bisogna dare di più».
Una conclusione (quella della prossimità dell’esaurimento dei sussidi e della necessità di creare soluzioni alternative) che risulta ancora più drammatica se si considerano alcuni fattori di non poco conto: Stando ai dati EuroStat, la Sicilia continua ad essere la regione con il più alto rischio di povertà in Europa; secondo il bollettino Inps aggiornato al dicembre 2020, sono 551.915 i cittadini siciliani che traggono il loro sostentamento soltanto sul reddito di cittadinanza; il prossimo 31 marzo scadranno sia il blocco dei licenziamenti che la possibilità per le aziende di accedere gratuitamente alla cassa integrazione Covid, con la conseguenza che solo in Sicilia sono a rischio più di 37.000 posti di lavoro”.
Una visione per il Sud ed il progresso sociale
“Dinanzi ad un simile scenario, – spiega ancora il deputato – il nuovo esecutivo deve tirare fuori, da subito, una visione per il Sud che abbia l’ambizione di raggiungere, nel breve-medio periodo, la piena occupazione e il progresso sociale, attraverso investimenti e incentivi sempre più strutturali”.
Le proposte da trasformare in azioni concrete
“In tale contesto, – aggiunge Miceli – a mio avviso, ci sono almeno quattro azioni che dovrebbero essere messe immediatamente in campo:
1. Riconoscere a attribuire al Recovery Plan una importante funzione di strumento di perequazione territoriale, con un conseguente impegni di spesa volto a superare il gap infrastrutturale, materiale e immateriale, tra le diverse aree de Paese;
2. Dare immediata e piena applicazione alla clausola che riserva al Mezzogiorno la quota del 34% della spesa in conto capitale alle Amministrazioni pubbliche centrali, prendendo pubblicamente atto de fatto che siffatta riserva non è una illegittima concessione ma, anzi, un criterio particolarmente restrittivo per il Mezzogiorno (cosa agevolmente dimostrabile se si considera che gli investimenti pubblici, specie quelli per infrastrutture, oltre che alla popolazione da servire, dovrebbero riferirsi anche e soprattutto alla scala territoriale di riferimento, e tale scala nel Mezzogiorno è di gran lunga superiore al 40% del territorio nazionale!);
3. Insistere su una “fiscalità di vantaggio” per il lavoro, facendone una misura permanente, non occasionale e a tempo, così da permettere una pianificazione più efficace delle scelte di investimento e riorganizzazione delle imprese, pubbliche e private;
4. Rivedere e rimodulare il reddito di cittadinanza, incentrando tale misura sulla effettività del progetto di inserimento nel mondo del lavoro che alla stessa è (attualmente è più corretto dire “dovrebbe essere”) collegato”.
Favorire la rinascita del Sud “nuova locomotiva del Paese”
“Azioni chiare e precise – conclude il deputato del Pd – per superare il paradigma di un Sud sempre a rimorchio delle regioni del Nord.
Non più “l’Italia riparte se riparte il Sud” ma “è grazie al Sud che l’Italia riparte”.
«Whatever it takes», tutto il necessario, affinché il Sud diventi la nuova locomotiva del Paese”.
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