“Mentre a livello nazionale è previsto un aumento degli ispettori del lavoro, nulla cambia in Sicilia, regione a statuto speciale. E tutto ciò intollerabile”. Così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Ancora oggi, dal governo Musumeci, non arrivano risposte in merito all’aumento e all’adeguamento della pianta organica degli ispettori del lavoro in Sicilia, 63 in tutto. Solo due a Palermo”.

Disattenzione? “No”

Secondo l’organizzazione di categoria non si può parlare di semplice disattenzione: “Sembra ci sia una volontà precisa – afferma Barone – di non potenziare gli organismi di controllo. Senza controlli, però, le norme non possono funzionare. Chi continua, di fatto, a non fare nulla ha la responsabilità morale di questi morti. Non vogliamo più assistere alla semplice retorica del ‘piangere il giorno dopo’, servono scelte ben precise e immediate”. La Uil continuerà a battersi per ottenere più garanzie e tutele portando ancora avanti la campagna social nazionale #ZeromortisulLavoro.

Gli ultimi “segnali” un anno fa

L’anno scorso il presidente della Regione volle incontrare a Palazzo d’Orleans gli ispettori del lavoro. Fu l’occasione per parlare di un potenziamento delle attività che secondo il governatore era necessario: “Occorre potenziare l’attività di controllo sul territorio siciliano – aveva detto Musumeci – per garantire il rispetto della legge, eliminando le odiose sacche di lavoro nero o malpagato e tutte quelle irresponsabili omissioni che attengono alla sicurezza di chi opera nelle grandi aziende, ma anche nei piccoli esercizi commerciali”. Ovviamente venne fuori l’eterno problema della carenza di personale e si parlò di potenziamento dell’organico.

Anche corsi di formazione e aggiornamento

Sempre nel corso di quell’incontro Musumeci disse che l’intenzione era quella di avviare “contestualmente adeguati percorsi formativi, oltre che di aggiornamento professionale”. Si decise quindi di attivare un tavolo permanente, presieduto dal dirigente generale del dipartimento del Lavoro Giovanni Bologna, affinché venissero esaminate, condivise e risolte le criticità esistenti. Ma da allora ad oggi solo chiacchiere e nessun riscontro concreto.

 

 

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