“Con tutto il rispetto per il governo nazionale riteniamo di avere diritto a disciplinare su alcune materie le misure che i presidenti di Regione possono adottare. Misure che finora sono state restrittive e che potrebbero essere estensive. L’idea di chiedere deroghe anche per le materie estensive non è nuova, infatti, in questi giorni circola una norma della Provincia autonoma di Bolzano con la quale si disciplinano alcune misure di contenimento dell’epidemia”. Lo ha detto, nel pomeriggio, intervenendo all’Ars, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a proposito delle misure di contrasto al Covid-19.

“Questa sera il governo regionale si riunirà per adottare un disegno di legge che richiami nella forma e nella sostanza la legge già adottata e approvata dal governo centrale per la Provincia autonoma di Bolzano – ha affermato Musumeci -. Mi auguro che su questo tema si possa trovare la condivisione del Parlamento. In particolare mi riferisco a deroghe per materie che riguardano i beni culturali e alcune attività legate al turismo”.

“Il Dpcm – ha sottolineato Musumeci – è stato molto restrittivo e noi abbiamo evidenziato come alcune norme di quel provvedimento, come in particolare la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie ed altri esercizi commerciali alle 18 costituisse un serio problema per alcune regioni, cioè per quelle dove il dato epidemiologico non presenta una condizione di grave emergenza e dove il tessuto imprenditoriale ancora può organizzarsi nel rispetto delle linee guide della conferenza stato regioni”.

“In Sicilia – ha detto ancora Musumeci – se uno entra al ristorante alle 19.30 gli fanno il Tso. Noi chiedevamo di adattare le norme alle abitudini della nostra terra”. Per questa ragione l’idea di adottare un ddl. “Lo facciamo senza alcun spirito di rivendicazionismo sterile e inutile – ha sottolineato il presidente della Regione -. Solo perché su alcune materie noi possiamo intervenire meglio di come possa fare una norma generica che disciplina la realtà territoriale che soltanto noi conosciamo nella specificità”.

“Tra marzo e aprile e settembre ed ottobre in Sicilia il nostro sistema sanitario ha erogato il 120 per cento in più delle prestazioni sanitarie, non abbiamo sospeso le prestazioni per quanti non sono malati di coronavirus e ancora oggi siamo fermi sulla nostra posizione di non sospendere le attività di cura per chi non è malato di Covid” ha aggiunto.

“Ho letto in questi giorni alcuni commenti secondo i quali la Sicilia avrebbe buttato il periodo dell’estate. Nulla di più falso. In estate abbiamo potenziato tutta la rete territoriale, abbiamo fatto le assunzioni, abbiamo adottato programmi di cura, abbiamo tracciato i turisti, e abbiamo avviato una serie di opere all’interno delle strutture ospedaliere, alcune delle quali già completate e consegnate”, ha risposto a Sala d’Ercole Musumeci a quanti hanno accusato il governo regionale di aver fatto poco in estate contro l’emergenza per la pandemia.

“La situazione dell’epidemia in Sicilia segnala una crescita costante dei contagi. La Sicilia ha comunque rafforzato il proprio sistema sanitario con oltre tremila nuovi operatori e abbiamo creato supporti territoriali con Usca che sono un presidio indispensabile per alleggerire la tensione ospedaliera” ha evidenziato il Governatore. “Siamo tra le regioni italiane che si sono dotate per prime di tamponi e test sierologici che si muovono in linea di coerenza rispetto a un quadro nazionale ma con una minore incidenza tra contagiati e popolazione. L’andamento epidemiologico è il faro di riferimento delle scelte politiche”, ha proseguito. “Abbiamo esaminato 460mila casi singoli con test molecolari, e oltre 250mila con i test sierologici e abbiamo fatto partire una fitta campagna nella popolazione scolastica”, ha aggiunto Musumeci che ha sottolineato la “differenza tra la prima fase dell’emergenza sanitaria e questa che stiamo vivendo adesso. Questa esperienza è iniziata senza che fossero noti i protocolli medici, mancavano tamponi e dispositivi di sicurezza, non c’era accesso a test diagnostici rapidi. Oggi il contesto è diverso”

“L’aumento dei contagi e gli allarmi per la situazione sanitaria non devono far perdere la testa alla politica, serve affrontare la situazione con intelligenza e responsabilità” lo afferma Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana e deputato regionale dell’Udc.

“Davanti ad un possibile conflitto tra tutela della salute ed esigenze del mondo economico – continua Turano – la politica non è chiamata a scegliere ma a conciliare interessi. Purtroppo mi spiace notare come in questo frangente ci sia chi abbia scelto di aumentare la tensione gettando benzina sul fuoco cercando di approfittare della fragilità delle persone e delle categorie in difficoltà. Non è questa la strada”.

L’assessore alle Attività produttive evidenzia anche come l’ultimo Dpcm metta in seria difficoltà “un tessuto produttivo come quello siciliano che insieme alla Regione si era attrezzato per fronteggiare efficacemente la situazione epidemiologica”.

“Sono convinto – aggiunge Turano – che le Regioni e nello specifico la Regione Siciliana abbiano tutte le carte in regola per costruire nello spirito di piena collaborazione con il governo centrale provvedimenti che tengano conto delle specifiche esigenze territoriali”.

“Seguiremo questo percorso, con il massimo impegno, nell’interesse dei siciliani e avendo cura di stare accanto a chi soffre di più questa crisi ma anche per affermare una cultura politica dell’intelligenza e della responsabilità, per tracciare un solco tra chi intende governare e i provocatori che con spregiudicatezza e cinismo stanno svolgendo il loro triste compito” conclude l’assessore.

All’intervento all’Ars del Governatore Musumeci non mancano le repliche.

“I drammatici dati che arrivano ogni giorno dagli ospedali siciliani dicono una cosa sola: la situazione sta sfuggendo di mano a questo governo, che si dimostra sempre meno all’altezza della situazione, e Musumeci che fa? Se ne esce con colpi di teatro buoni solo a gettare fumo negli occhi dei siciliani, che ancora oggi, a mesi di distanza, non hanno visto un solo euro della cosiddetta Finanziaria di guerra, costruita però coi soldi del Monopoli”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giorgio Pasqua. “Tutti – dice Pasqua – siamo con i ristoratori e con le categorie più penalizzate, ma non è certo il ddl la strada per aiutarli. Se voleva veramente dare loro una mano doveva scegliere altri mezzi immediatamente operativi ed assumersene tutte le responsabilità, non certo un ddl che, bene che vada, potrà cominciare a produrre effetti solo tra una quindicina di giorni”.

“Dopo avere chiuso lo Stretto di Messina in primavera, quando la Sicilia aveva 100 nuovi contagi al giorno, dichiarato, tre giorni fa, il coprifuoco dalle 23 alle 5 e avere totalmente sospeso la didattica in presenza nelle scuole secondarie, oggi Musumeci si iscrive alla ‘corrente dei negazionisti’, annunciando un Disegno di legge per l’apertura delle attività economiche in deroga al Dpcm nazionale, quando i nuovi contagi in Sicilia sono 860, cioè cinque volte quelli del ‘picco’ massimo di marzo ed i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva sono oltre 100 . Una scelta irresponsabile che espone a rischio la salute dei siciliani e la Sicilia al rischio ‘lockdown’. Così Giuseppe Lupo capogruppo del Pd ha risposto, intervenendo in aula all’Ars, alle dichiarazioni fatte dal presidente della Regione. “Musumeci si metta d’accordo con se stesso, – aggiunge – smetta di cavalcare l’onda del populismo e si concentri piuttosto su cose urgenti per la sanità come, ad esempio, la riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive già prevista a giugno scorso”

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