“Bernardo Provenzano è rimasto al 41-bis fino alla morte, ma ha ricevuto fino alla fine le migliori cure da parte degli specialisti degli ospedali civili in cui è stato ricoverato. Tra l’ altro, presso l’ ospedale San Paolo di Milano venne per lui approntato un reparto protetto dove rimase ricoverato dal 9 aprile 2014 sino al 13 luglio 2016”.

Lo afferma il Pm Nino Di Matteo in un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale commenta la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia proprio per il trattamento riservato a Provenzano.

Il Pm auspica che “vengano bloccati sul nascere i tentativi di strumentalizzare la vicenda, accostando il 41-bis alla sua malattia o alla sua morte”. Una posizione che sorprende per la sua vicinanza a quella del Ministro dell’intertno Matteo Salvini

Di Matteo smentisce, di conseguenza, l’esistenza di abusi e contesta la sentenza dei magistrati terzi. “L’impossibilità di avere contatti con soggetti diversi dai suoi familiari non ha influito sull’efficacia delle cure, affidate ai migliori specialisti degli ospedali civili che le sue patologie richiedevano. Il regime di carcere duro in sostanza – conclude – non ha inciso in alcun modo sull’evoluzione della malattia e sulla sua morte”.