Le Segreterie nazionali e di Coordinamento Unicredit Group della Uilca, della Fabi, della First, della Fisac e di Unisin hanno scritto oggi all’azienda manifestando la propria profonda indignazione a proposito dell’imminente chiusura di 62 filiali Unicredit in Italia di cui 10 sportelli in Sicilia.

In particolare, nella nostra Regione, scompariranno le storiche agenzie di Palermo via Dante, Agrigento via Imera, Caltanissetta Don Minzoni, Militello val di Catania, Naso (ME), Caltavuturo, Camporeale, Modica Regina Margherita, Santa Ninfa, lo sportello distaccato di Marianopoli (CL) e Aci Catena.

Appare singolare che, mentre il segretario Uilca Sicilia Giuseppe Gargano abbia chiesto, con urgenza, un incontro alla commissione legislativa presso l’Ars per scongiurare la desertificazione degli sportelli bancari in Sicilia, Unicredit, che fa della propria presenza sul territorio una delle proprie linee guida, continui nella scellerata scelta di chiudere agenzie in Sicilia depauperando una Regione di per sé già in crisi ed a pochi giorni dell’inizio del confronto sul piano industriale che prevede 6.000 fte (full time equivalent) esuberi su scala nazionale.

A tal proposito il Segretario di Coordinamento di Uilca Unicredit SPA, il mussomelese Rosario Mingoia, nella foto, unico segretario responsabile di Coordinamento siciliano, dichiara:

“E’ inammissibile immaginare di iniziare una trattativa su un piano industriale, il cosiddetto “Team 23” così pesante sotto il profilo degli esuberi quando già l’Azienda sta mettendo in atto alcune delle misure e dei tagli più pesanti: chiusura delle filiali ed azzeramento delle ferie dei dipendenti entro l’anno in corso.”
Continua Mingoia.

“Se queste sono le premesse, – afferma Mingoia – che senso ha mettersi al tavolo delle trattative e chiedere la firma del sindacato su un piano industriale già deciso dall’Azienda in dettaglio?
Il sindacato si rende disponibile ad una trattativa reale che vada nella direzione del rafforzamento del gruppo bancario e non del depauperamento di risorse umane e strutture.
Ci siederemo al tavolo con l’Azienda se questa rivedrà le posizioni appena esposte già a partire dalla riunione del prossimo 14 febbraio.

Il sindacato non intende parlare di esuberi se non si tratterà, contestualmente, di assunzioni che dovranno essere proporzionali sul territorio nazionale, senza sacrificare il sud.
Questo anche perché, il Foc (fondo per l’occupazione) che erogherà delle somme per le nuove assunzioni, è alimentato da tutti i dipendenti di Unicredit, in maniera omogenea, da Bolzano a Pachino.”

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