Strano avvio di campagna elettorale in Sicilia. Lo rileva Base riformista che guarda agli accordi degli ultimi due giorni con sospetto. Si tratta, in particolare, del patto fra Salvini e la Lega e il Movimento Nuova Autonomia di oberto Di mauro dietro alq aule c’è sempre Raffaele Lombardo. Dall’altra parte la Carta dei Valori che metti insieme il Grande Centro con deputati provenienti da Italia Viva, cantiere Popolare, Udc e Idea Sicilia ma che non vuole essere, nelle dichiarazioni, un partito.

“Una strana alleanza, tutta a scapito dei veri interessi dei siciliani, quella consumata nelle ultime ore tra la Lega di Salvini e il gruppo autonomista siciliano dell’MPA dell’ex Presidente della Regione Raffaele Lombardo. I moderati siciliani, anziché dialogare con quei gruppi centristi e di area cattolica dell’Isola, che potrebbero essere vicini alle proprie radici e alla propria cultura meridionalista, preferiscono ‘apparentarsi’ con una forza politica lontana anni luce da quella cultura; lo stesso partito che in Europa si astiene sul bilancio che sblocca i 209 miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia, molti dei quali al Sud” dice ora il coordinatore regionale di Base Riformista Pd in Sicilia Paolo Amenta che mette sullo stesso piatto i quattro soggetti della Carta dei Valori e gli autonomisti lombardiani.

“C’è ancora tempo per evitare alla nostra terra quest’ultimo colpo, – continuano da Base Riformista Sicilia – ci rivogliamo in particolare alle donne e agli uomini moderati, anche a quelli che talvolta hanno votato MPA e che vogliono guardare ad un futuro migliore per la nostra Sicilia: i moderati non possono stare con la Lega e il centrodestra di Salvini. Basta un po’ di coraggio in più, di responsabilità e buon senso, – conclude Amenta – per guardarsi attorno e incominciare a dialogare con noi del Pd. Gli unici che vedono la Sicilia con gli stessi occhi dei siciliani e antepongono, agli interessi di una parte, obiettivi più profondi che riguardano il bene di una comunità intera”.

Dello stesso tenore  il commento di Carmelo Miceli, componente della Segreteria nazionale del Partito Democratico “In Sicilia la Lega può essere al massimo il salvacondotto per qualche carriera politica in declino, non la casa di chi ispira la sua azione politica ai valori cattolico-cristiani”

“Esperimenti contronatura come questi, – conlcude Miceli – soprattutto dopo la fallimentare esperienza Musumeci, dimostrano che, per il bene dei Siciliani, la ricerca di una intesa tra il Partito Democratico e i moderati siciliani è questione necessaria e inevitabile”.