La norma così detta “Salva Sicilia” approda oggi in Consiglio dei Ministri in una corsa contro il tempo per evitare la scure dei tagli sui conti della Regione come argine al disavanzo di un miliardo di euro quantificato dalla Corte dei Conti.

Un decreto legislativo voluto fortemente dal Ministro per il Sud Provenzano, nonostante gli attacchi del Governo siciliano, e proposto dal Ministro Boccia che consente  alla Sicilia di spalmare il suo disavanzo in 10 anni e non da qui alla fine della legislatura. Un provvedimento che è opportuno ricordare viene emanato in attuazione dello Statuto in materia contabile e che non passerà dall’approvazione del Parlamento nazionale e non sarà applicabile alle altre regioni. Insomma non è un regalo ma semplicemente l’applicazione di quanto previsto dallo Statuto stesso. la norma che va in discussione è quella proposta a marzo e richiesta con forza alla Commissione paritetica dalla Regione siciliana ma rimasta in attesa. Oggi la si rispolvera per rispondere alla situazione emergenziale ma dalla Regione non ci stanno a lasciare che passi come un salvataggio romano.

Rimane, dall’altro lato della medaglia, la situazione dei conti disastrosa su cui non si può certamente passare oltre e che viene sottolineata da Roma ma anche da palermo da parte delle opposizioni.

La polemica politica in Consiglio dei Ministri non mancherà e quindi occorre seguire da vicino l’evolversi delle vicende. A Roma ci sarà il presidente della Regione Nello Musumeci.

Le premesse di contrasto politico sono tutte già in una nota del capogruppo di Italia Viva Luigi Marattin: “In Cdm è prevista l’approvazione di una norma (in attuazione dello statuto della regione siciliana sull’armonizzazione dei sistemi contabili) che è un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole”, chiede a nome di Iv di “modificare” la norma che prevede che “il disavanzo 2018 della regione Sicilia possa essere spalmato in dieci anni” o “di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno”.

“Nella norma che dovrebbe approdare oggi il Cdm, osserva il vice capogruppo di Iv Luigi Marattin, “si prevede infatti che il disavanzo 2018 della regione Sicilia (pari a più di un miliardo di euro) possa eccezionalmente essere spalmato in dieci anni, rischiando così di ipotecare il futuro delle prossime amministrazioni. La classica polvere sotto il tappeto, che tanti danni ha fatto (e continua a fare) alla finanza pubblica italiana, nazionale e locale”.

“Noi siamo profondamente contrari ad ogni norma che – derogando alle regole valide per tutti – fornisca vantaggi di breve periodo senza assicurare una buona volta un risanamento strutturale. Un’altra strada – dichiara Marattin – è possibile. Nel giugno 2016 il governo Renzi e la Sicilia stipularono un accordo che condizionava i vantaggi economici per la regione ad una serie di obblighi che la regione avrebbe dovuto realizzare al fine di operare un vero risanamento strutturale: riduzione della spesa corrente al netto della sanità, riduzione del numero dei dirigenti, riduzione delle società partecipate e altro ancora. Magicamente, questo obblighi sono scomparsi l’anno scorso, ad opera del primo governo Conte”.

“Italia Viva – conclude – chiede di modificare l’art.7 della norma in discussione oggi. Oppure di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno. Perché una buona volta questa storia deve finire, per il rispetto dei contribuenti italiani e dei tanti amministratori (a cominciare da quelli del Sud) che rispettano le regole”.

Una posizione che era stata già anticipata dal palermitano Davide Faraone e che adesso trova chiara opposizione con i renziani pronti a dar battaglia proprio sulla Sicilia e sul suo Statuto. D’altronde c’era proprio Renzi al governo quando si cominciò a parlare di azzeramento dell’Autonomia siciliana.

E proprio davide faraone precisa “Non si può scaricare sui sindaci, sui lavoratori, sui cittadini siciliani il malgoverno passato e presente. Italia Viva darà una mano già dal Consiglio dei Ministri, proponendo modifiche migliorative del testo venuto fuori in commissione paritetica e portato in discussione oggi, ma il governo regionale deve garantire riforme, non può pretendere che vengano finanziati la cattiva politica e gli sprechi”.

“Musumeci – il presidente dei senatori di Iv aggiunge – proponga riforme utili ai siciliani e tagli alle spese inutili, solo così avrà le carte in regola per chiedere di aver spalmato il debito. Non si possono firmare cambiali in bianco ad un presidente di regione totalmente immobile”.

 

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