L’uccisione dell’agente Nino Agostino e della moglie, Ida Castelluccio, incinta, a Villagrazia di Carini, continua ad essere avvolto nel mistero. Furto di verità è l’accusa che i familiari dell’agente rivolgono all’ex poliziotto Guido Paolilli, che nell’inchiesta sul delitto ancora irrisolto venne indagato per favoreggiamento aggravato. Il procedimento penale è ormai archiviato e chiuso per avvenuta prescrizione.

Il padre e le sorelle della vittima però da anni combattono per conoscere la verità sulla morte del familiare e hanno chiesto in sede civile 50 mila euro a Paolilli. L’uomo, secondo loro, avrebbe depistato le indagini distruggendo documenti relativi al caso. Oggi Paolilli, da anni in pensione, è comparso davanti al giudice civile di Palermo per rendere conto di una frase intercettata durante l’indagine, ancora rimasta oscura. “Ho distrutto una freca (una massa, ndr) di carte”, diceva al figlio durante una trasmissione tv in cui si parlava del delitto non sapendo di essere ascoltato dagli investigatori. Nel corso dell’interrogatorio l’ex poliziotto si è giustificato sostenendo che si trattava di vecchi documenti che nulla avevano a che fare col caso.

Il magistrato deciderà nelle prossime settimane se approfondire l’istruttoria o emettere la sentenza. All’udienza ha preso parte anche il padre di Agostino che da anni cerca di sapere cosa sia accaduto al figlio. Per l’omicidio sono indagati i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, ieri tornato in cella per un’altra indagine, e Francesco Paolo Rizzuto, amico della vittima, accusato di favoreggiamento.

La procura aveva chiesto per loro l’archiviazione, ma la procura generale ha avocato l’indagine e notificato ai tre l’avviso di conclusione dell’inchiesta, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. In uno dei decreti di archiviazione a carico di Paolilli il gip scrisse: “Le risultanze istruttorie dimostrano come l’indagato abbia contribuito alla negativa alterazione del contesto nel quale erano in corso di svolgimento le investigazioni inerenti all’omicidio di Antonino Agostino e Ida Castelluccio”. E ancora che Paolilli “non ha offerto interpretazioni alternative” su quella “gravissima affermazione”, la stessa contestata oggi dal giudice civile, ed anzi, “con dichiarazioni palesemente irricevibili”, ha negato di averla mai resa. Versione che l’ex poliziotto oggi ha cambiato

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