Convalidato l’arresto di Issam Lahmidi, 36enne marocchino accusato dell’omicidio di un connazionale di 26 anni che lavorava per lui come bracciante agricolo a Paternò. La decisione è arrivata dal gip di Milano Alberto Carboni, che ha anche ordinato che gli atti vengano trasferiti alla procura catanese per competenza territoriale.
La fuga a Milano
L’indagato è stato fermato a Milano martedì scorso in stazione Centrale, dove stava per prendere un treno diretto a Ventimiglia, dopo essere fuggito dalla Sicilia in seguito all’omicidio. All’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Lahmidi non si è presentato, rifiutandosi di uscire dalla sua cella al San Vittore.
Il fermo, emesso dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania, è stato operato dai carabinieri dei comandi provinciali di Catania e Milano, a seguito di una articolata attività di indagine e di monitoraggio svolta dal nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Paternò che ha coordinato le fasi dell’arresto.
L’omicidio
Il corpo dell’uomo è stato trovato in via Verga. Per tutta la notte i carabinieri hanno lavorato alla ricostruzione dei fatti per risalire al momento esatto in cui l’omicidio è stato commesso. Molto utili sono risultate le immagini delle telecamere di sicurezza della stazione di servizio, che hanno aiutato nelle indagini.
La prima ricostruzione del delitto
Secondo la prima ricostruzione effettuata già domenica sera il fatto di sangue sarebbe avvenuto al culmine di una lite in strada nei pressi del luogo del ritrovamento del cadavere.
Le indagini vengono svolte dai carabinieri della compagnia di Paternò ma insieme a quelli del comando provinciale di Catania coordinati dalla Procura che ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio volontario.
Il delitto maturato fra connazionali?
Sempre in base alle notizie raccolte e che adesso sembrano confermate, il delitto sarebbe maturato fra connazionali o comunque fra extracomunitari. Identificato anche un sospettato. Si tratterebbe di un cittadino straniero con il quale la vittima aveva dissapori in corso da qualche giorno o settimana.
Al culmine di una lite fra i due la situazione sarebbe degenerata fino al comparire del coltello ed all’omicidio.
Il tutto sarebbe avvenuto nei pressi di un’area di servizio e questo potrebbe aiutare gli investigatori che stanno, infatti, visionando i filmati delle telecamere di sicurezza del distributore di carburanti che potrebbero aver ripreso, se non proprio le fasi del delitto, almeno quelle immediatamente precedenti ed immediatamente successive e potrebbero aiutare a confermare la presenza del sospettato
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