Per quasi 17 ore il sommergibile “Venuti” della Marina militare ha avvistato e tenuto sotto osservazione senza intervenire la nave ong Open Arms che l’1 agosto 2019 salvò nel Mediterraneo 147 migranti e attese 15 giorni prima di attraccare a Lampedusa. Lo ha detto il comandante del sommergibile, il capitano di corvetta Stefano Oliva, che ha deposto nel processo a carico di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, oggi presente in aula, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Esposto nei confronti dell’intero equipaggio del sommergibile
Il “Venuti” in servizio di pattugliamento non intervenne ma riprese con il periscopio e il sonar una delle operazioni di soccorso e di trasbordo da parte dell’Open Arms. A causa del mancato intervento del sommergibile è stato presentato ora un esposto alla Procura di Roma e alla Procura militare per omissione di atti d’ufficio (ne ha dato notizia il legale di Open Arms, Arturo Salerni) nei confronti dell’intero equipaggio del “Venuti”: 35 militari.
Nella zona era stata avvistata anche una motovedetta libica che si avvicinò alla barca dei migranti senza intervenire.
Relazione inoltrata “agli organi competenti”
Su domanda del pm Gery Ferrara, il capitano Oliva ha detto che la sua relazione è stata inoltrata alla centrale operativa dei sommergibili e agli “altri organi competenti” tra cui la magistratura. Ma non sa quali soggetti della linea gerarchica siano stati informati. La pubblica accusa e le parti civili cercavano di capire se nella linea gerarchica ci fosse anche il ministro Salvini.
Un video mostra la barca dei migranti con uno squarcio nella prua
Le parti civili hanno poi fatto proiettare in aula un video di una tv spagnola che riprende la barca dei migranti con uno squarcio nella prua, circostanza che avrebbe indicato una condizione di pericolo. Ma il comandante Oliva ha riferito di non avere visto lo squarcio né di averlo registrato. Dall’esame delle immagini non è in grado di capire se lo squarcio costituisse un pericolo.
Camps: “Da questo processo mi aspetto giustizia”
“Da questo processo mi aspetto una sola cosa giustizia ma non sono certo che si arriverà alla verità”. Cosi il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, parlando con i giornalisti questa mattina dopo l’arrivo in aula bunker dell’Ucciardone.
“Mi aspetto anche che finisca una volta per tutte questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendo – ha proseguito Camps – . Dal 2018 è cambiata la politica in Italia ma anche l’atteggiamento della guardia costiera.
Gli sbarchi umanitari delle ong sembra siano diventati il grande nemico dell’Italia e sembra che noi siamo diventati i responsabili di tutti i problemi del Paese”. Camps sarà sentito oggi come testimone.
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