Matteo Salvini è nell’aula bunker dell’Ucciardione, a Palermo, per l’udienza del processo Open Arms, dove è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito quando era ministro dell’Interno lo sbarco dei migranti che si trovavano nell’imbarcazione spagnola.

La vicenda e l’udienza di gennaio

La vicenda è quella dell’estate del 2019, che coinvolse la nave della Ong spagnola rimasta diversi giorni al largo delle coste siciliane in attesa di un porto dove approdare con i 147 migranti a bordo.
La precedente udienza del processo Open Arms si era tenuta il 13 gennaio.
Salvini, che è assistito dalla legale Giulia Bongiorno, aveva scritto sui social: “Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone famosa a causa dei maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge”.

A deporre a gennaio anche Conte, Lamorgese e Di Maio

Il primo ad essere citato come teste a gennaio è stato il presidente del M5S, Giuseppe Conte, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio, che si era subito soffermato sullo scambio di lettere avuto con Salvini, che poi lo stesso leader della Lega diffuse: “Il tema dell’immigrazione è stato sempre un tema di propaganda politica – ha dichiarato Conte -. Salvini ha sempre avuto delle posizioni molto chiare per quanto riguarda la gestione del problema migratorio. A me infastidiva il fatto che una lettera mirata a risolvere un problema fosse stata diffusa dal destinatario senza chiedere al mittente l’autorizzazione. Fermo restando che se il presidente del consiglio scrive al ministro ci può stare, ma avrei gradito che fosse rappresentata nella sua puntualità. Qui invece colgo il clima incandescente rispetto a una competizione elettorale che poteva essere imminente: si voleva rappresentare un presidente del consiglio debole sul fenomeno immigratorio mentre il ministro dell’Interno aveva una posizione di rigore, questo era il clima politico di quel periodo”.
A deporre, nella precedente udienza, anche Luciana Lamorgese, ex ministra dell’Interno del governo Conte 2 e Luigi Di Maio, ex vicepremier. Un’udienza che si era conclusa con un tutti contro tutti, e Salvini aveva commentato: “Sconcertato ma ho la coscienza pulita”.

L’udienza di oggi

L’udienza di oggi sarà dedicata alla presenza del sottomarino Venuti nella zona dei soccorsi, con le deposizioni di consulenti di accusa, difesa, parti civili e Oscar Camps, fondatore della Open Arms.

Camps: “Da questo processo mi aspetto giustizia”

“Da questo processo mi aspetto una sola cosa giustizia ma non sono certo che si arriverà alla verità”. Cosi il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, parlando con i giornalisti appena arrivato in aula bunker dell’Ucciardone.
“Mi aspetto anche che finisca una volta per tutte questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendo – ha proseguito Camps – . Dal 2018 è cambiata la politica in Italia ma anche l’atteggiamento della guardia costiera. Gli sbarchi umanitari delle ong sembra siano diventati il grande nemico dell’Italia e sembra che noi siamo diventati i responsabili di tutti i problemi del Paese”. Camps, come detto, sarà sentito oggi come testimone.

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