Si era assentato durante l’orario di lavoro e aveva fatto ritorno solo per timbrare il cartellino. Poer questo il giudice monocratico della quinta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato un operaio della Rap, la partecipata palermitana che si occupa del servizio rifiuti, a 8 mesi (pena sospesa).

Come riporta il Giornale di Sicilia, fu una pattuglia della Polizia Municipale ad accorgersi che Giovanni Spataro, 60 anni si stava allontanando dal deposito Rap di Brancaccio assieme a un collega che, invece ha preferito evitare il processo ottenendo la messa alla prova.

Il giudice palermitano ha accolto le richieste dell’accusa e della Rap che si è costituita parte civile ottenendo il pagamento delle spese legali e il risarcimento del danno subito. Sui tavoli della Procura arriveranno gli atti che ha trasmesso il giudice. I pm dovranno valutare la presunta falsa testimonianza di due colleghi degli operai finiti a processo.

Intanto Spataro ha fatto sapere tramite i suoi legali che farà ricorso in appello. All’uomo è stata contestata la tentata truffa poiché lo straordinario che doveva eseguire l’operaio era stato bloccato e non pagato. Il reato, dunque, non si era consumato del tutto ma solo sotto la forma del tentativo.

La pattuglia seguì i due uomini che sarebbero usciti dal deposito la mattina del 26 gennaio di quattro anni fa. Dopo due ore rientrarono per timbrare. L’uomo disse che la persona uscita del deposito fosse il fratello gemello ma il giudice non gli ha creduto.

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