Utilizza un opificio abbandonato per farne un’abitazione e dentro i carabinieri trovano anche due bici di valore rubate. Denunciato per danneggiamento ed invasione di edifici un pregiudicato trapanese di 40 anni. Un personaggio oltretutto noto ai carabinieri per la sfila di precedenti di polizia.
La ricostruzione dei carabinieri
L’intervento dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Trapani. L’uomo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, ha dapprima danneggiato la porta di ingresso di un opificio in disuso, nella periferia trapanese. Poi si sarebbe introdotto all’interno ed avrebbe stazionato e bivaccato dentro per giorni. All’arrivo dei militari, all’interno dell’edificio, sono state trovate due biciclette. Una era di quelle a pedalata assistita e dunque di notevole valore. Entrambe sono state poste sotto sequestro in attesa di essere riconsegnate ai legittimi proprietari.
I controlli nell’oleificio
Nel giugno scorso proprio nel Trapanese si è dato vita ad un’attività di prevenzione e repressione dei carabinieri delle compagnie di Mazara del Vallo e Castelvetrano. Un’operazione che ha fatto seguito allo sgombero dell’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte”. All’interno ritrovati ciclomotori, biciclette e altro materiale risultato provento di furto che è stato restituito ai legittimi proprietari. A seguito dello sgombero, avvenuto il 24 maggio scorso, alcuni stranieri hanno trovato temporaneo rifugio nel campo di accoglienza realizzato all’interno dell’ex oleificio di “Fontane D’Oro”. Qui furono installate alcune casette donate dall’Unhr. I carabinieri hanno continuato a svolgere numerosi servizi di controllo nella zona al fine di garantire il rispetto della legalità. Infatti furono arrestati tre stranieri e denunciati quattro, tutti dimoranti nell’ex oleificio sito a Campobello di Mazara, per numerose ipotesi di reato.
L’altra operazione di qualche giorno prima
Pochi giorni prima ci fu un’operazione di sgombero del campo migranti allestito nell’ex oleificio ‘Fontane d’oro’ di Campobello di Mazara. All’interno delle unità abitative donate dall’Unhcr al Comune sono stati identificati 13 stranieri e una ragazza italiana. Sino a qualche settimana prima vivevano nel campo abusivo dell’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte”.
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