Non disconosce l’appoggio dato dal suo partito al sindaco di Palermo Leoluca Orlando ma ne ammette i limiti nella gestione soprattutto degli ultimi anni. Poi lancia quella che secondo lui deve essere una stagione nuova e offre la propria candidatura.

Carmelo Miceli, deputato nazionale del Pd, componente della Commissione Giustizia e della Commissione Antimafia del Parlamento, torna a Palermo a Palermo della città di Palermo e lo fa con disincanto e durezza.

Orlando ammetta la situazione e dichiari il dissesto

“Leoluca Orlando – dice Miceli ospite degli studi di BlogSicilia – è come il manager innamorato della sua azienda che non ha il coraggio di fermare la produzione o fare i necessari tagli e la porta al crack. Il sindaco dovrebbe fare l’ultimo gesto d’amore verso la città di Palermo e dichiarare il dissesto. Lo può fare solo lui a fronte di un Consiglio comunale ormai cieco che blocca il Piano Triennale delle opere pubbliche unico strumento che deve, invece, essere dato alla città per poter poi farla rinascere. Ma il dissesto è necessario e occorre dichiaralo subito o comunque molto presto in modo da poter gestir la difficile condizione della città e non dover subire una fine inevitabile, con un dissesto dichiarato d’imperio da altre autorità”.

Miceli candidato sindaco

Di fatto il deputato del Pd offre sul piatto la sua candidatura per il dopo Orlando ma la offre alla coalizione in una logica di Primarie “È il sistema maggiormente democratico per scegliere ed è nel DNA del Pd. Devono essere primarie di coalizione aperte. E non basta l’alleanza con i 5 stelle. Bisogna essere aperti anche alle altre forze moderate che sono in campo in Sicilia e che hanno dimostrato nelle ultime amministrative di avere seguito, di avere radicamento di portare novità”.

Un messaggio a Italia Viva

“Io credo che gli amici di Italia Viva debbano smetterla di proporre la replica del modello Draghi in Sicilia. A questi ex compagni dio che il futuro sta certamente nell’alleanza con il Pd e con il centrosinistra perché le forze moderate devono stare qui. E nella logia delle primarie anche loro possono esprimere il loro candidato che possa essere messo a confronto con gli altri e potrà essere scelto dagli elettori e dai simpatizzanti d’area”.

Solo poche forze escluse dal ragionamento

“Io credo che l’unico distinguo sia da rivolgere a quelle forze di destra che considerano l’Africa un problema e non una risorsa. A quelle forze che esprimono posizioni rigide che abbiamo visto essere problematiche nel Paese e lo sono ancora di più in Sicilia”.

Stop, dunque, a Lega e Fratelli d’Italia e forse anche a Diventerà Bellissima. “Io metterei dentro anche Forza Italia ma gli azzurri stanno in un ragionamento che li lega all’elezione del Presidente della Repubblica. Mai Miccichè spaccherebbe il centrodestra con una replica ad esempio dell’operazione Grande Sud proprio quando si deve fare l’ultimo tentativo di portare Berlusconi al Colle. Il centrodestra si spaccherà da solo quando a Berlusconi andrà male quell’ultima possibilità”.

Apertura al centro dunque anche alla Nuova Dc di Cuffaro

“Io credo che dal ragionamento si sia, poi, tirata fuori da sola l’Udc che pure stava a sinistra nell’esperienza Crocetta. Lo ha fatto indicando Lagalla che poi ha detto chiaramente di voler mettere insieme una coalizione che si rifaccia al centrodestra. Non dico no, invece, alla Dc nuova. È vero che è stata fondata da un ex Presidente della Regione condannato per favoreggiamento alla mafia, ma si tratta di una persona che ha scontato la sua pena. E poi quel partito mi dicono essere fatto di tanti giovani che ci hanno messo la faccia e ottenuto un risultato. Ci sono anche giovani che hanno avuto, in passato, esperienza con il Pd e adesso sono cresciuti e diventati professionisti ed hanno qualcosa da dire. Le responsabilità penali sono personali e non possono ricadere su questi giovani”.

Miceli ha lanciato la sua ‘bomba‘ su discussioni e trattative in atto. Adesso sta alla coalizione reagire alla sua provocazione. Che alla fine rischia di essere molto di più di una semplice provocazione.

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