Secondo lo Studio Pagamenti 2019 di CRIBIS, Trapani fanalino di coda fra le province italiane. In Sicilia la migliore è Ragusa, mentre Enna e Caltanissetta sono fra le province italiane che guadagnano più posizioni nel ranking (ben 11). Ancora grandi difficoltà al Sud per rispettare le scadenze.

La Sicilia è l’ultima regione in Italia per numero di imprese che pagano clienti e fornitori entro 30 giorni: è quanto emerge dallo Studio Pagamenti 2019 di CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information. Solo il 17,3% delle aziende siciliane, infatti, è puntuale nei pagamenti. Trapani, che retrocede di ben 5 posizioni rispetto all’anno scorso e si colloca al 107° posto, è la meno virtuosa fra le province italiane. In Sicilia la migliore è Ragusa (88°), seguita da Catania (94°), Agrigento (95°), Enna (96°), Caltanissetta (97°), Messina (99°), Siracusa (100°), Palermo (101°).

Catania perde una posizione e Siracusa rimane stabile, tutte le altre province siciliane avanzano in classifica, a cominciare da Enna e Caltanissetta, fra quelle italiane che guadagnano più posizioni nel ranking (ben 11); Agrigento ne guadagna 8, Messina 6, Palermo 5, Ragusa 1. Trapani è la provincia con la maggiore percentuale di imprese che adempiono i propri obblighi di pagamento con un ritardo di oltre 30 giorni (24,8%), precedendo Palermo (23%) e Enna (22,2%).

Sebbene negli ultimi dieci anni le aziende italiane che pagano clienti e fornitori con più di 30 giorni di ritardo siano quasi raddoppiate (+90,9% dal 2010 a oggi), nel 2019 il loro numero è diminuito dell’8,2% rispetto al 2018.

L’Emilia-Romagna è la prima regione per numero di imprese più puntuali (43,6%), precedendo di misura la Lombardia (43,5%). Brescia, Sondrio e Bergamo occupano il podio della classifica delle province, che vede in coda Trapani, preceduta da Reggio Calabria, Crotone, Cosenza e Catanzaro.

L’analisi di CRIBIS, aggiornata al quarto trimestre 2019, rileva che in Italia a dicembre 2019 oltre un terzo delle imprese (34,7%) effettua i pagamenti nei termini previsti, un dato leggermente inferiore rispetto al 2018 (35,5%), mentre oltre la metà (54,8%) adempie i propri obblighi di pagamento con un ritardo massimo di 30 giorni (53,1% nel 2018) e il 10,5% con oltre un mese di ritardo (11,4% nel 2018).

“È in corso un’inversione di tendenza positiva”, commenta Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS, “anche se al Sud e nelle Isole c’è ancora tanto da fare: è qui, infatti, che le imprese incontrano maggiori difficoltà, con solo il 21,8% di pagamenti regolari. Il Nord Est, con il 42,4%, si conferma invece l’area geografica più affidabile. La Sicilia, con il 17,3%, occupa l’ultima posizione del ranking regionale dei pagamenti puntuali, preceduta dalla Calabria (18,2%). L’Emilia-Romagna, invece, conquista la prima posizione per numero di imprese puntuali (43,6%), sorpassando di poco la Lombardia (43,5%) e il Veneto (42,3%)”.

Le microimprese, con il 36,7% di pagamenti alla scadenza, sono quelle più virtuose, ma registrano anche la quota più elevata di ritardi gravi (11,9%, a fronte del 7% delle piccole, il 5,3% delle medie e il 5,1% delle grandi).

In base allo Studio Pagamenti di CRIBIS, il gruppo merceologico più puntuale è quello dei servizi finanziari (44%), seguito dal manifatturiero (40,7%) e da quello delle costruzioni (38,3%). Il commercio al dettaglio, dove i pagamenti alla scadenza interessano solo il 24,8% delle imprese, è quello con la situazione più critica, con il 16,7% delle imprese che presenta un’incidenza di ritardi gravi. I ritardi superiori ai 30 giorni sono diffusi anche nel settore rurale, caccia e pesca (11,9%), dei servizi (9,9%), trasporti e distribuzione (9,4%).

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