Sulla vicenda della mancata approvazione, da parte del Consiglio comunale, del Pef-Tari 2020, il sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato: “Confermo la volontà e l’esigenza di garantire la natura pubblica del servizio rifiuti e stimolarne l’efficienza disponendo delle risorse necessarie. Ritengo fondamentale evitare destabilizzanti aumenti ‘ballerini’ della Tari. L’amministrazione comunale, nonostante tutto e nonostante taluni, si impegnerà sempre facendo il possibile per mettere in sicurezza il necessario funzionamento e svolgimento del servizio”.
Aumento bocciato, le perplessità dell’assessore al Bilancio
Il previsto aumento di una trentina di euro a famiglia nella bolletta Tari a Palermo salta in extremis. Il Consiglio Comunale ha stoppato il rincaro delle tariffe ipotizzato pochi giorni fa e non ha votato la delibera inerente il 2021 entro il 31 luglio, termine ultimo stabilito per legge. Ci sono 23 milioni di euro di extra costi sostenuti dalla Rap perché la sesta vasca della discarica di Bellolampo è satura e i rifiuti vanno trasportati fuori città. Adesso l’azienda avrà questo buco e i sindacati hanno detto stop a doppi turni e straordinari: a rischio il servizio di raccolta dei rifiuti. Dal canto suo, l’assessore al Bilancio ed ai rapporti con Rap, Sergio Marino, ha affermato che “purtroppo si è deciso di non decidere. Nonostante un lungo ed acceso dibattito, a fronte delle ripetute considerazioni fornite dal Segretario Generale, dal ragioniere Generale e dal Collegio dei Revisori circa le refluenze di una mancata decisione sugli atti proposti alla fine ci si trova in una situazione paradossale che certamente non viene incontro alle, pur comprensibili, esigenze della Città”.
Incertezza adesso su quali saranno le conseguenze
Queste sono essenzialmente ore di totale incertezza perché ancora è poco chiaro quali saranno le conseguenze sul piano economico e finanziario di questo bocciatura del Pef. “Faremo quanto è nelle nostre possibilità – aggiunge in tal senso Marino – per evitare un danno irrecuperabile al Comune e, quindi, ai cittadini. Mi auguro ci siano le condizioni perché si possa riprendere un dialogo che anche i Consiglieri Comunali che sostengono la Giunta avevano pure individuato per ridurre gli aumenti nel 2021. Gravare gli extracosti sostenuti da Rap solo sul 2022 e 2023 certamente oggi aiuta i cittadini ma domani appesantirà il prelievo a carico degli stessi. I costi del servizio relativo ai rifiuti vanno obbligatoriamente inseriti nel perimetro Tari e soluzioni diverse comportano percorsi insidiosi. Valuteremo con gli Uffici se esistono percorsi che possano portare il Comune in sicurezza. Comprendo le difficoltà che ha avuto anche il Consiglio nel dover deliberare atti significativi ma quanto si è determinato a mio avviso non è la soluzione migliore”.
La tesi: destabilizzare la Rap
Il timore che viene rappresentato da più parti che quanto accaduto sia parte di un disegno che mira alle fondamenta di Rap per prefigurare ed agevolare la privatizzazione del servizio: “Noi saremo sempre impegnati – precisa l’assessore al Bilancio – a sostenere la Rap e rafforzarla per mantenere pubblico un servizio essenziale”.
Le opposizioni all’attacco: “Amministrazione allo sbando”
Le forze di opposizione inferiscono sul governo cittadino e la coalizione a sostegno: “L’amministrazione comunale e l’ormai ex maggioranza a Sala delle Lapidi sono allo sbando e a pagarne il prezzo sono la città e la Rap: se le tariffe Tari 2021 non sono state approvate la colpa è solo di un’amministrazione distratta e arrogante, incapace di garantire i servizi e di rassicurare i lavoratori – attacca in una nota l’intero gruppo consiliare di Italia Viva -. I consiglieri comunali hanno scoperto solo all’ultimo che il Pef conteneva un aumento da 10 milioni di euro che nessuno ha saputo giustificare. Gli uffici non hanno avuto nemmeno il tempo di esaminare le carte, figuriamoci i consiglieri, e ciliegina sulla torta i consiglieri di maggioranza non erano neanche tutti presenti, facendo di fatto saltare il numero legale nonostante la presenza delle minoranze, fra cui Italia Viva. Provare a scaricare sugli altri le proprie colpe o millantare fantomatici pericoli di privatizzazioni è un copione tristemente già visto, ma che fa a pugni con la realtà e non basta a coprire i disastri di questa amministrazione”.
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