Ancora incendi a Palermo e in provincia. Ci sono canadair in azione in via Umberto Maddalena nella zona della conigliera. Sono ripresi gli incendi che erano stati spenti a Poggio Ridente e Monte Grifone. Da ore un canadair sorvola in capoluogo da mare fino alla collina.

Altri mezzi aerei sono in azione a Casteldaccia e Partinico. Squadre antincendio ancora impegnate nella sesta vasca della discarica di Bellolampo di Palermo e in altri focolai in provincia.

Quasi 500 incendi in meno in Sicilia rispetto al 2021

Quasi 500 incendi in meno si sono registrati in Sicilia rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dai dati forniti dal Corpo Forestale della Regione Siciliana. Come spiega il dirigente Giovanni Salerno, dal primo gennaio al 18 agosto di quest’anno gli incendi sono stati 6.373. Nello stesso periodo del 2021 erano stati 6.870.

Nel 2022 il totale della superficie boscata coinvolta in incendi è stata di 17 mila ettari, quest’anno 5 mila e 40 ettari. Anche la superficie non boscata quest’anno dove si sono verificati incendi è minore: nel quest’anno 35 mila ettari mentre nel 2021 poco più di 43 mila e 600 ettari.

Le parole dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice

“Carissimo, carissima, se sento muovere le mie viscere, penso alle tue, a quelle dei panteschi tutti! Panteschi tutti! Non possiamo continuare ad abitare così la casa comune. Occorre contribuire ad un pensiero altro, ad un’altra logica che spinga dal di dentro delle viscere dei cuori a relazioni altre con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente. A cuori umani, di carne, che celebrano la vita che scorre dentro e attorno a noi. Che cantino Laudato sì perché ci hai dato una ‘Casa comune’ da custodire con intelligenza e cura, dove abitare da Fratelli tutti. Su questo dobbiamo sprecare energie, intelligenza, confronto e non su logiche di gretto potere, devastanti, incendiarie, distruttive, mortifere”. Lo dice l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice in una nota.

“A cominciare da noi che crediamo nel Dio creatore e nell’Emmanuele venuto a piantare la tenda nella casa comune, tra le nostre case, su una terra che si affaccia sul Mediterraneo, su questo Mare nostrum sempre più martoriato e lontano dalla sua vocazione originaria: essere spazio di vita, di incontri, di creativa contaminazione, di pace, di cultura, di amore! Ti abbraccio e in te abbraccio ogni pantesco mio fratello e mia sorella – aggiunge Lorefice – Il tuo pianto il mio. La tua speranza la mia. Con te abbraccio le mie amiche e le mie sorelle, i miei fratelli e i miei amici di Palermo e dei territori isolani colpiti in questi giorni dagli incendi appiccati da mani mosse da cuori incapaci di stupore, privi di memoria, di sguardo umano. Gli uomini che nascondono e non mettono in gioco il loro volto si disumanizzano. Si sfigurano. Solamente nel volto dell’Altro prende forma il nostro volto, si è umani. Si costruisce”.

La condanna dell’arcivescovo di Monreale

Nelle scorse ore l’arcivescovo di Monreale Gualtiero Isacchi ha condannato i responsabili dei tanti incendi che stanno imperversando e devastando non solo Palermo e la sua provincia ma anche l’isola. “Di fronte ai devastanti roghi di ieri e dei giorni passati, sento il dovere di esprimere il dolore e la condanna per ciò che con dolo ha deturpato irrimediabilmente la nostra bella terra siciliana”.

E prosegue: “Si tratta di fuoco attizzato in modo criminale da chi senza scrupoli e coscienza, non solo non ha a cuore il bene comune, ma se ne infischia anche degli uomini e delle donne che ieri hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni perché circondate dal fuoco. In zona Giacalone ho visto, con i miei occhi, uomini e donne, con i volti bagnati dalle lacrime guardare terrorizzati le fiamme che stavano raggiungendo le loro abitazioni, farsi il segno della croce. Invito tutti i credenti a farsi vicini a queste famiglie; a denunciare decisamente i criminali che si rendono responsabili di tale distruzione; a darsi da fare per la tutela del creato”.

E ha concluso “Ieri ho visto le autorità civili prodigarsi, i Vigli del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale, i Carabinieri, la Polizia di Stato e quella locale, ma anche tanti volontari. A tutti loro va il nostro ringraziamento per il generoso impegno”.

Situazioni estreme nel Palermitano, al lavoro anche a mani nude

Hanno lavorato anche a mani nude con pochi mezzi per fronteggiare un incendio divampato ieri in contrada San Giovanni a Montemaggiore Belsito, nel palermitano. L’incendio ha interessato anche la riserva orientata Favara e Ganza. Sono stati i forestali per tutto il giorno a fronteggiare le fiamme e scongiurare che l’incendio distruggesse ettari ed ettari di preziosa vegetazione.

Come raccontano gli stessi forestali non ci sono stati interventi aerei perché tutti impegnati nella zona di Palermo per il vasto incendio di ieri pomeriggio nelle aree di Casaboli, Bellolampo e Borgo Nuovo. Le squadre antincendio erano tutte impegnate quindi a Palermo. Per cercare di limitare i danni provocati dagli incendi, quasi certamente dolosi, sono intervenuti i carabinieri di Aliminusa, Alia e Montemaggiore,  e gli uomini e le donne della protezione civile e della polizia municipale.

Brucia il bosco di Scorace nel Trapanese

Incendi senza tregua in provincia di Trapani. Brucia anche Bosco Scorace, vicino Buseto Palizzolo.

Sul posto le squadre della Forestale e i volontari dell’associazione Sos Valderice. Un elicottero dell’82° Csar è presente in zona e sta effettuando diversi lanci d’acqua.

Le fiamme sono partite dada contrada Mola per poi raggiungere, alimentate dal forte vento di scirocco Bosco Scorace. Il sindaco di Buseto Palizzolo, Roberto Maiorana, ha chiesto l’intervento dei canadair, già impegnati su altri fronti, però.

Altri incendi a Valderice: San Barnaba, Chiesanuova, San Marco e Crocci. Fuoco anche alle pendici di Montagna Grande.

La testimonianza di un volontario del Wwf “Bosco di Scorace non c’è più”

Su quest’ultimo incendio, arriva anche lo sfogo di un volontario attivista del Wwf che riassume in poche parole lo sconforto di chi è testimone di questi incendi.

“Il Bosco di Scorace, come tanti altri luoghi meravigliosi di Sicilia, non c’è più. È un cumulo di cenere. Con Marco, Francesco e Roberto siamo stati gli ultimi, martedì scorso, 16 agosto, a dare l’addio ad una vegetazione endemica ancora in grado di resistere alle condizioni climatiche ormai avverse anche per loro. Eravamo andati per poi programmare un’escursione da fare in novembre con tutti i soci wwf, tra le sughere e i corbezzoli ancora feriti dall’incendio del 2020 e si erano ripresi…
Si… Ripresi, la famosa resilienza di cui tanto ci infariniamo la bocca noi umani ma che è un esclusiva del mondo vegetale. La forza di rinascere dopo la morte apparente… Di rigenerarsi all’interno dello stesso “scheletro”… Le piante sono più vive di tutti gli esseri viventi… ma lo scopriremo quando sarà tardi…”.

E prosegue ” “Sono sconfortato, quando muore un bosco, un bosco vivo, di cui ancora ricordi i profumi, un velo cupo e triste attanaglia il cuore.
Scusate ma credo che tutti dovremmo riflettere su questo. Andare avanti? Per chi? Per cosa? L’uomo merita di vivere ancora in questo paradiso? Non credo. Serve ancora l’impegno del volontariato ambientalista, quando ogni proposta, ogni suggerimento viene completamente ignorato dagli organi competenti? Politici e burocrati?”

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