E’ stato un mese di febbraio decisamente complicato quello che si appresta a concludersi sul fronte delle società Partecipate del Comune di Palermo. Il sindaco Roberto Lagalla e la sua Giunta hanno avuto sul proprio tavolo diversi fascicoli caldi. Dal caso Pef Tari all’interno di Rap, ai problemi legati al bilancio 2022 di Amat, passando per le rimostranze dei lavoratori di Sispi. Tre Partecipate, tre fronti a cui l’Amministrazione non ha ancora fornito risposte definitivamente. Ad accumunare le tre vertenze sono i problemi legati agli accordi di secondo livello e ai contratti di servizio. E su due di queste tre società si prospettano all’orizzonte nuove mobilitazioni.

Il caso Rap, comuni della Provincia conferiranno a Bellolampo

Il primo fronte caldo è quello di Rap. Dopo la bufera scoppiata a gennaio, sindacati ed azienda provano a trovare soluzioni a problemi complessi. Il piano per uscire da una crisi di personale ormai evidente (900 unità in meno dal 2014 in avanti) passa dal piano assunzioni avviato dall’ex amministratore unico Girolamo Caruso. Due i concorsi indetti dall’azienda di piazzetta Cairoli. Il primo riguarda l’ingresso dei 46 nuovi autisti fra i ranghi di Rap. Procedura ormai su cui si attendono le ultime carte. Più complesso è l’iter del secondo concorso, quello relativo all’ingresso di 306 operatori ecologici. Dal Comune è arrivata un’apertura per l’ingresso delle prime 106 unità. Fatto per il quale Rap sta lavorando, insieme ad una ditta esterna, ad una prima scrematura delle oltre 18000 domande giunte. Dopodichè si procederà alle prove d’esame e alla relativa graduatoria. Ma per arrivare ad un primo risultato bisognerà attendere l’estate.

Quello delle assunzioni non è l’unico fronte aperto in Rap. Sul tavolo dell’azienda balla certamente la redazione del Pef Tari grezzo. Da inizio anno infatti si parla insistentemente della possibilità di aumenti relativi alla tassa sui rifiuti. La prima versione del documento varata a gennaio dal’ CdA di Rap è stata ritirata. Oggi, si attende la sottoscrizione del nuovo atto. Sulla questione, i sindacati dell’azienda di piazzetta Cairoli hanno chiesto chiarimenti al presidente Giuseppe Todaro. Al momento, di dati ufficiali non ce ne sono, anche se un primo elemento numerico indicativo filtra in una nota che i rappresentanti di Cgil, Fiadel e Uil hanno emesso congiuntamente ai propri iscritti. Documento emesso il 19 febbraio,e nel quale si parla di un importo che “la società stima essere intorno ai 130 milioni di euro”.

C’è infine il capitolo legato alla discarica di Bellolampo. Come è noto, lo scorso anno è stata consegnata la prima tranche della settima vasca. Struttura completata con diversi ritardi, ma che oggi sta rappresentando un’ancora di salvezza in attesa del completamento definitivo della vasca da 1 milione di metri cubi. Nelle scorse settimane, da Rap sono giunte rassicurazioni rispetto alla tenuta dell’impianto, il quale dovrebbe reggere fino all’estate. Ma su Bellolampo adesso ci sarà un carico di rifiuti maggiore visto che, al fine di far fronte ai problemi dell’impianto di Trapani, convergeranno le 65,9 tonnellate di rifiuti prodotti in 14 Comuni della Srr Palermo Area Metropolitana (Altofonte, Balestrate, Giardinello, Partinico, Torretta, Trappeto, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Capaci, Carini, Cinisi, Montelepre, Terrasini).

Buco nell’acqua in casa Amat

Non se la passano di certo meglio dalle parti di Amat. Il vertice tenutosi il 21 febbraio a Palazzo Galletti fra il direttore generale Eugenio Ceglia e i sindacati dell’azienda di via Roccazzo è stato sostanzialmente un buco nell’acqua. Un vertice arrivato alla conclusione di un corteo che ha coinvolto diverse centinaia di dipendenti dell’azienda, in una giornata di sciopero che ha visto ancora una volta un’adesione praticamente al 100%. “Non abbiamo ricevuto nessuna garanzia sulle nostre richieste – hanno dichiarato i sindacati in una nota -, oltre al tema centrale del contratto di servizio, anche quelle sul passaggio a full time di chi ancora non lo è, l’istituzione del buono pasto, la revisione dell’indennità e super bonus, il riconoscimento ai lavoratori dell’adeguamento delle retribuzioni,divenute assolutamente insufficienti per affrontare il caro-vita”.

Una riunione arrivata al culmine del corteo partito da piazza Croci e culminato nella sede istituzionale del sindaco Roberto Lagalla. Primo cittadino che, a quanto si apprende da fonti sindacali, non era presente al confronto.L’unica parziale apertura è arrivata soltanto sulla questione dei buoni pasto. Dopodichè, tutto rimane vincolato alla sorte del bilancio 2022, vero motivo del contendere della crisi attualmente in essere in casa Amat e che preoccupa gli uffici. Fatto per il quale i sindacati dell’azienda hanno già annunciato una terza giornata di sciopero, questa volta della durata di 24 ore. Tutto verrà rinviato quindi agli inizi di marzo, quando è previsto un vertice a cui dovrebbe presenziare il nuovo assessore al Bilancio Brigida Alaimo. A poche ore dal suo insediamento, l’esponente di Fratelli d’Italia avrà già diverse gatte da pelare.

Anche Sispi pronta allo sciopero

Il terzo fronte aperto è quello di Sispi. I lavoratori dell’azienda che si occupa dei servizi informatici del Comune di Palermo hanno infatti annunciato uno sciopero per il prossimo 13 marzo.  Giornata nella quale sindacati e lavoratori si ritroveranno a manifestare davanti la sede del Comune a Palazzo delle Aquile. “Dopo quasi due anni dalle elezioni l’amministrazione Lagalla e il consiglio comunale di Palermo tutto, devono darsi una mossa per giungere al rinnovo del contratto di servizio e all’approvazione del nuovo piano industriale della Sispi senza indugi e senza ulteriori ritardi – hanno scritto i sindacati in una nota -. Le beghe e i tempi della politica palermitana tengono da quasi due anni in stallo una società che per il Comune di Palermo rappresenta una voce di entrata del bilancio dell’Ente e non una voce di uscita come alcuni soggetti miopi e senza visione amministrativa credono che sia”.

Fim e Fiom hanno spiegato che “soltanto un terzo del fatturato della Sispi è a carico del bilancio dell’ente come costo per la conduzione tecnica, mentre gli altri due terzi (che recuperano ampiamente la conduzione tecnica), sono frutto di progetti di sviluppo che l’azienda svolge attraverso finanziamenti dal PNRR, producendo quindi nuovi servizi e utili economici che il socio unico, nonché unico azionista Comune di Palermo, può benissimo incamerare e utilizzare a sua scelta”. Trattative sulle quali pesano i vincoli posti dal piano di riequilibrio attualmente in essere per le casse di Palazzo delle Aquile. L’impossibilità di aumentare i corrispettivi e le regole stringenti sul cui rispetto vigilano gli uffici del Controllo Analogo, complicano di molto i piani dell’Amministrazione Lagalla.

“Riteniamo che il piano di riequilibrio economico e finanziario dell’ente non può essere caricato solo sulle spalle dei lavoratori delle partecipate pensando di tagliare le retribuzioni dei dipendenti – hanno dichiarato i sindacati di Sispi -, frutto del contratto di secondo livello, vietando assunzioni necessarie e impedendo meritate progressioni economiche e di carriera. Tra l’altro proprio in un momento in cui il potere d’acquisto dei salari e il costo della vita sono un disastro per le famiglie! Inoltre il PREF non può e non deve intaccare le voci del fatturato aziendale che non sono a carico del bilancio del Comune. Tutto questo è inaccettabile”.

Articoli correlati