Mentre alla Regione Siciliana soffia qualche vento di crisi nel centrodestra, i centristi pensano ad un patto che possa rimescolare le carte. L’idea è quella di contrastare l’ascesa in termini di consensi di Lega e Fratelli d’Italia. La regia è quella dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, oggi leader della Dc. Che pensa soprattutto a non far disperdere l’eredità di Silvio Berlusconi con la possibili diaspora in Forza Italia.

I numeri

Un patto fra centristi “per raggiungere il 30% in Sicilia e il 10% a Roma riequilibrando il peso di Fratelli d’Italia e Lega”. E’ quanto propone Totò Cuffaro che vede in Renato Schifani il leader dell’area moderata. “E’ lui il leader della composizione che io immagino. Spero che faccia il leader di quest’area, non dentro ma accanto a Fdi”.

Il ricordo di Berlusconi

Cuffaro, in un’intervista al Giornale di Sicilia, ricorda Silvio Berlusconi, che lo aiutò politicamente negli anni d’oro quando era Presidente della Regione Siciliana. E lo difese nel momento della caduta, culminata con la condanna: “Mi è sempre stato vicino politicamente. Mi aiutò a fare in modo che la norma del nostro Statuto che autorizza il presidente della Regione a essere presente al Consiglio dei ministri venisse applicata. Ci permise di completare opere pubbliche come la Palermo-Messina e altre per uscire in pochi mesi dalla crisi idrica. Ma mi è stato vicino anche dal punto di vista umano”. “Anche dopo, quando ero in carcere – sottolinea Cuffaro – fu un punto di riferimento”. “Mi diceva sempre – aggiunge l’ex governatore – che ci univano tre cose: l’essere stati ex allievi salesiani, la passione per il Milan e quella per la politica”.

L’eredità della leadership dell’area moderata

Berlusconi lascia uno spazio enorme al centro e, secondo l’analisi di Cuffaro, “da qualche mese c’è un movimento che punta alla ricomposizione dell’area moderata. La sua morte purtroppo accelererà questa fase”. “Io mi auguro – prosegue – che Forza Italia trovi le ragioni dell’unità per andare avanti. Ma inevitabilmente ci saranno pulsioni intorno a lei. Si rischia la diaspora e se dovesse succedere mi auguro che la parte più consistente del partito di Berlusconi resti unita in un progetto che ha come punto di riferimento il Ppe”.

Il lavoro centrista

“Noi della nuova Dc – spiega l’ex governatore – stiamo lavorando per mettere insieme l’area moderata. Con Noi con l’Italia di Lupi, l’Udc di Cesa e in Sicilia Lombardo. Perché questa operazione riesca è indispensabile il contributo di Forza Italia. Senza non si può fare. Ma con Fi questo fronte rappresenterebbe il Ppe italiano”. “Forza Italia, la Nuova Dc e l’Mpa di Lombardo in Sicilia valgono il 30%. Lo schieramento che immagino a livello nazionale può arrivare al 10%. Tutti insieme in un unico contenitore sotto le insegne del Ppe. Le Europee della prossima primavera possono essere le prove generali. E non sto contando la possibile sorpresa Renzi – aggiunge Cuffaro -. Se fossi al suo posto guarderei con attenzione a questo progetto. Tra l’altro, il fatto che ha preso le distanze di Calenda da qualche parte dovrà condurlo…”.

Alleato e autonomo

Un Ppe alleato della destra, auspica Cuffaro, “ma come un gruppo autonomo. Per questo mi auguro che la eventuale diaspora in Forza Italia non porti a un assorbimento da parte di Fratelli d’Italia e Lega ma a una formazione che si ispira al Ppe”. In Sicilia, secondo Cuffaro, il leader di quest’area moderata sarebbe Renato Schifani: “E’ lui il leader della composizione che io immagino. Spero che faccia il leader di quest’area, non dentro ma accanto a Fdi”.

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