“La Regione sfrutti al meglio i finanziamenti del Piano nazionale per la rinascita urbana e la qualità dell’abitare. Si tratta di un’opportunità da non perdere, ma in considerazione anche dell’esiguità delle risorse, occorre coordinare tutte le somme utilizzabili a questi fini (a partire da quelle ex Gescal) e puntualizzare gli obiettivi”.
E’ la richiesta che la Cgil Sicilia e il Sunia rivolgono al governo regionale, sollecitando il confronto. E’
infatti al traguardo (manca solo la firma del ministro) il decreto ministeriale sulle procedure per l’utilizzo delle risorse del piano nazionale, 853,81 milioni su 14 annualità messi a disposizione di regioni, città metropolitane e comuni sopra i 60 mila abitanti.
“I finanziamenti in questione – sostengono i segretari generali di Cgil e Sunia Sicilia, Alfio Mannino e Giusy Milazzo – difficilmente permetteranno di raggiungere l’ ambizioso obiettivo del piano, potranno però essere di certo utilizzati per concorrere sia alla riduzione del disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie e a parti di città, sia all’incremento della qualità dell’abitare e a processi di rigenerazione urbana. Particolarmente interessanti poi alcuni obiettivi indicati – rilevano- come quello dell’autorecupero e dell’inserimento del progetto in un contesto in cui anche l’aspetto del sociale e quello della partecipazione ha un’ importante rilevanza”.
Il decreto giunge a 9 mesi dall’approvazione della legge di riferimento. “Occorre fare in modo- aggiungono Mannino e Milazzo – che non si perda di vista l’obiettivo principale dell’aumento dell’offerta di edilizia abitativa pubblica e della riqualificazione degli immobili erp (ediliza residenziale pubblica, ndr) e delle periferie, predisponendo celermente progetti che tengano conto delle priorità e dei bisogni individuati dalle aree metropolitane e dai Comuni con l’obiettivo di aumentare l’offerta di edilizia pubblica e sociale senza ulteriore consumo di suolo e contribuendo ai processi di rigenerazione dei contesti urbani”.
Si tratta di un provvedimento dunque lungamente atteso e che di certo potrebbe ridisegnare, in meglio, il volto di intere periferie e città.
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