“Il 95% della gente in Sicilia rimane a casa, non va in giro, il picco dei contagi del coronavirus dovrebbe arrivare entro la metà di aprile”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, a Sky Tg24.
La curva dei contagi della quale parliamo da giorni in Sicilia si sposta in avanti rispetto al resto del Paese sperando che le previsioni abbiano, comunque, una attendibilità maggiore rispetto a quelle nazionali che avevano fissato il picco al 18 marzo ma sbagliando. A livello nazionale si prepara già l’ampliamento dell’ordinanza ‘io resto a casa’ fino al 18 aprile e si pensa ad una riapertura scaglionata che potrebbe protrarsi a lungo
Ma più dell’epidemia oggi preoccupa la tenuta sociale. “Due settimane di inattività hanno messo in sofferenza una società fatta di lavoratori precari e di gente che la mattina deve portare a casa 30-50 euro. Dobbiamo consentire alle persone di potere mettere qualcosa a tavola, soffrono tutti i lavoratori dipendenti, le imprese ma soprattutto chi non ha niente e vive delle attività del quotidiano: abbiamo il dovere di disinnescare questa bomba, per fortuna in Sicilia non c’è sta alcuna azione di violenza, a parte due-tre episodi” dice ancora Musumeci. “Noi abbiamo stanziato ben 100 milioni destinati esclusivamente all’assistenza alimentare – ha aggiunto – Sono contento che su questo esempio il governo nazionale ha adottato altri provvedimenti”.
“Se gli aiuti non si integrano tra Regione e Stato ogni sforzo diventa difficile. Noi abbiamo deliberato che l’Irfis, l’unica banca di cui dispone la Sicilia, mette a disposizione delle imprese fondi per 200 milioni di euro. In Sicilia il tessuto produttivo è fatto di piccole imprese”.
Ma la Sicilia soffre anche di altro come la carenza di dispositivi di protezione sui quali la polemica va avanti. “La Sicilia produce tutto, dai fichi d’india alle arance rosse e bionde; ma non produce dispositivi di protezione e sicurezza sanitari. Per tutto questo aspettiamo che l’unità di crisi romana faccia arrivare il carico; qualcosa arriva col contagocce ma in attesa del picco dei contagi non può bastare: quindi speriamo che Roma faccia presto e bene”.
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