Pietro Polizzi sarebbe sceso a compromessi con la cosca mafiosa dell’Uditore per avere appoggio elettorale. È stato arrestato questa mattina con l’accusa di scambio politico elettorale politico mafioso. La sua prima elezione risale al 18 luglio del 2008, quando da esponente Udc fu eletto al consiglio provinciale di Palermo. Durante quei 5 anni fu anche nominato capogruppo del partito sostituendo Luigi Vallone, a quel tempo eletto sindaco di Prizzi. Il 21 maggio del 2012 fu invece eletto a Sala delle Lapidi, sempre nelle file dell’Udc.

Polizzi candidato nel 2017 in lista sostegno Orlando

Polizzi, nato a Palermo il 21 febbraio del 1970, aveva già tentato nel 2017 di essere eletto al consiglio comunale ma non ci riuscì. In quell’occasione si era presentato nella lista “Uniti per Palermo, sindaco Orlando”, a sostegno dell’attuale sindaco uscente Leoluca Orlando, che raggruppava esponenti del Pd e dell’area centrista poi confluiti alla Regione nel movimento Sicilia Futura. Polizzi Pietro, “detto Piero, detto Li Muli” riportò 617 voti senza riuscire a essere eletto. È passato dunque dall’Udc, alla lista “Uniti per Palermo in appoggio ad Orlando a Forza Italia.

Le accuse a Polizzi

Pietro Polizzi, al termine di una indagine chiusa a tempo di record, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. Risalirebbe al 10 maggio l’incontro tra l’aspirante consigliere e Agostino Sansone (nella foto l’arresto del fratello Gaetano) durante il quale i due avrebbero stretto l’accordo in vista del voto di domenica. Il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico. In meno di due settimane i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto la misura cautelare. Il gip ha emesso il provvedimento in circa 4 giorni.

Lagalla, “Attenzione alta contro la mafia”

“Un plauso alla procura della Repubblica per la celerità delle indagini segno di un impegno attento a tutela della libertà del voto, che rappresenta la più alta espressione democratica del nostro Paese. Confido che la giustizia possa essere altrettanto celere nello stabilire processualmente le eventuali responsabilità”. Lo dice il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla commentando l’operazione che ha portato all’arresto del candidato di Forza Italia. “Tenere alta l’attenzione contro ogni tipo d’ingerenza della mafia – prosegue – è un imperativo categorico, perché il rischio è che si insinui nelle maglie larghe di chi cerca scorciatoie, di certo non richieste. La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, non troveranno mai alcuna accoglienza, saranno accompagnate immediatamente e senza tante gentilezze alla Procura della Repubblica”.

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