In Sicilia il carico di lavoro settimanale di ogni ginecologo non obiettore per singola struttura è in media di 16,1 interruzioni volontarie di gravidanza contro la media nazionale di 9 Ivg. Il dato, contenuto nell’ultimo rapporto ministeriale sull’Ivg in Italia relativo al 2020, è diffuso e commentato dalla Cgil Sicilia che rileva che “benchè il numero dei ginecologi non obiettori sia aumentato in percentuale passando dal 14,2% del 2019 al 18,4% del 2020 – dicono Gabriella Messina, segretaria confederale regionale ed Elvira Morana, responsabile del dipartimento regionale politiche di genere- si tratta sempre di percentuali risicate peraltro su un numero totale di ginecologi nelle strutture pubbliche che va riducendosi per la crisi del Servizio sanitario regionale”.
I rischi per la salute
Le due esponenti della Cgil sottolineano “i rischi per la salute delle donne e per l’esercizio del diritto all’autodeterminazione”. “Se si aggiunge la disomogeneità territoriale del servizio Ivg – dicono ancora Messina e Morana- e le carenze dei consultori si capisce come la situazione sia difficile in Sicilia”.
La Cgil chiede dunque al governo regionale “l’apertura di un apposito confronto che prenda in considerazione tutto l’arco della vita delle donne e che anche attraverso la medicina di genere ne possa garantire il diritto alla salute e all’autodeterminazione”. “La
garanzia del servizio di interruzione volontaria della gravidanza – affermano Messina e Morana- passa da un’adeguata organizzazione, assicurando in primo luogo un numero sufficiente di figure professionali. Oggi in Sicilia- proseguono- considerate anche le marcate carenze di organico e di medici non obiettori le Ivg negli ospedali pubblici sono sempre più difficili. Di questo tema e del diritto alla salute delle donne vogliamo discutere con le istituzioni”.
M5S: “Ritardi inaccettabili nella sanità”
“Subito l’assessore alla Salute e i direttori generali di Asp e ospedali in commissione Salute per fare il punto sulle liste d’attesa. I tempi per ottenere una visita nelle strutture pubbliche sono inaccettabili e chi non può permettersi visite ed esami a pagamento mette in serio pericolo la propria salute. E questo nonostante siano a disposizione i fondi stanziati da anni dal governo nazionale proprio per ridurre le liste d’attesa. La misura è colma, è ora di dire basta, siamo pronti anche a denunciare in Procura l’assessore e tutti i responsabili di eventuali inadempienze”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, che ha scritto al presidente della commissione Salute Giuseppe Laccoto per chiedere la convocazione urgente dell’assessore alla Salute Volo e dei dirigenti generali delle Asp e delle aziende ospedaliere per capire perché i fondi messi a disposizione da Roma per accorciare le lunghe attese per le visite mediche e gli esami diagnostici siano rimasti in gran parte nei cassetti.
“Il presidente della Regione Schifani, – dice il capogruppo M5S – in campagna elettorale aveva ripetutamente affermato che si sarebbe battuto per ridurre le liste d’attesa, ma evidentemente ha mantenuto solo una parte della promessa, l’attesa, la vera specialità di questo governo del nulla. Ancora attendiamo, infatti, che questo esecutivo faccia una cosa una degna di nota. Sulla salute, però, ancora di più che in altri campi, c’è poco da scherzare. Qui è in gioco la vita dei cittadini che oggi, troppo spesso, devono decidere se curarsi o mangiare. Non passa giorno senza che giungano appelli disperati di cittadini che non sanno più a che santo votarsi. È inammissibile che se paghi ottieni subito la prestazione richiesta e se non puoi farlo devi attendere anche parecchi mesi. È ora di dire basta e cambiare rotta subito”.
“Ai dirigenti della sanità – conclude Antonio De Luca – chiederemo se e quanti soldi hanno speso per mettere fine a questa oscenità, poi decideremo se denunciare le eventuali inadempienze alla magistratura. Ormai la sanità siciliana si basa più che su una vera pianificazione, sull’abnegazione di medici e sanitari che fanno di tutto per non fare affondare una barca ormai evidentemente alla deriva. Con i precedenti governi pensavamo di aver visto di tutto, ma Schifani ci sta ricordando, e questo lo fa veramente bene, che al peggio non c’è mai fine”.
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