“All’incirca il 10% di poliziotti penitenziari non risulta vaccinato in Sicilia, potrebbero mancare all’appello 300 poliziotti penitenziari”. Queste le parole di Gioacchino Veneziano, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria Sicilia in merito all’obbligo del green pass a partire da domani, venerdì 15 ottobre, anche nelle carceri così come nei luoghi di lavoro pubblici e privati. “Pare che circa il 10% dei poliziotti penitenziari in Sicilia – aggiunge il sindacalista regionale di categoria – ha preferito non vaccinarsi, significando che il numero si attesterà a oltre 300 unità nei diversi ruoli”.

La preoccupazione

“Purtroppo, – commenta Veneziano – se questo numero non scenderà per effetto dell’avvenuta vaccinazione o l’effettuazione di tamponi rapidi, tale assenza si sommerà alla carenza di oltre mille unità di polizia penitenziaria, con ripercussioni ulteriori per l’ordine la sicurezza in tutti i servizi istituzionali del corpo. Noi siamo stati chiari come sindacato, è cioè finché il vaccino non sarà reso obbligatorio, la sicurezza del lavoratore deve essere a carico dell’amministrazione, quindi anche il costo dei tamponi rapidi”.

I dubbi anche sul tampone

Inoltre, sempre secondo il leader della UilPa Polizia Penitenziaria della Sicilia, i servizi della polizia penitenziaria sono organizzati sulle 24 ore, quindi la durata del tampone a volte potrebbe non essere sufficiente a coprire l’interno turno di lavoro: “Infine – conclude Veneziano – qualcuno deve spiegarci perché gli avvocati e i familiari dei detenuti che entrano nelle carceri come vengono esentati dall’obbligo del green pass per accedere, di contro, chi ci lavora lo deve obbligatoriamente avere, pena l’impossibilità ad accedere con la totale perdita dello stipendio! È stato segnalato addirittura che in certe carceri il personale è obbligato a consegnare il green pass all’amministrazione, cosa vietata dal decreto”.

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