La Flat tax e i piccoli commercianti “abusivi e tollerati” il vero problema dell’evasione fiscale, altro che il Pos. E’ la polemica presa di posizione di Giovanni Felice, presidente di Confimprese Palermo e vicepresidente vicario nazionale della stessa sigla di categoria. Il noto esponente dell’associazione delle imprese del commercio a rete che raggruppa primari operatori del Retail non usa mezzi termini. Punta il dito contro il polverone che si è scatenato attorno alla questione del pagamento tramite Pos. Per lui il problema non è certo l’innalzamento dell’obbligo della quota minima di acquisti tramite pagamento con carta elettronica. Che sia carta di credito o bancomat. C’è ben altro che si annida dietro l’evasione al fisco.
La riflessione
Secondo Giovanni Felice il pagamento con il Pos serve effettivamente, perché costringe le attività commerciali ad emettere lo scontrino. Ma il numero uno di Confimprese Palermitana spinge alla riflessione: “Ma quali sono quelle che ancora non lo fanno? Non i supermercati, che emettono un documento non fiscale’. E’ scritto chiaramente sotto ogni strisciata, ma è necessario ai fini di un corretto controllo di gestione. Non le imprese in franchising, che usano anch’esse lo scontrino per controllare l’andamento delle vendite. Non i negozi di lusso e delle grandi marche. Gli acquisti sono fatturati, quindi deve esserci un corrispondente movimento delle merci in uscita. Di conseguenza, anche qui, lo scontrino è un sistema di controllo, prima ancora che un mezzo per attestare la fedeltà fiscale. E, ancora, tutte quelle imprese in cui non ci sia il titolare seduto direttamente davanti al registratore di cassa. Lo scontrino è l’unico sistema per scongiurare ammanchi di cassa”.
I potenziali evasori
Secondo Felice, quindi, alla fine, i potenziali evasori sono i piccolissimi, gli abusivi, i precari del commercio: “Nel meridione sono tollerati se non, addirittura, incoraggiati – attacca con amarezza – con un sistema di welfare ‘fai da te’ parassitario, perché praticato sulle spalle di chi è in regola. Il parlamento è pieno di professionisti che hanno risolto il loro problema portando il regime dei minimi a 85 mila euro, su cui pagheranno pochissime tasse. Se poi, in famiglia, moltiplicano le partite iva da professionisti, arrivano tranquillamente a superare anche 250 mila euro di fatturato al 5% di imposta, altro che Flat tax”.
L’evasione di necessità
“Il numero elevatissimo di chi, proprio perché pretende di rispettare le regole – aggiunge ancora Felice -, non riesce a pagare né contributi né tasse, dimostra chiaramente che si tratta di una ‘evasione di necessità’, come la definì l’allora parlamentare Stefano Fassina. E’ solo quest’ultima che si combatte a muso duro. Chi si sta mangiando l’Italia con le speculazioni, come accade con l’energia, con campagne di elusioni incontrastate, con sedi fuori dall’Italia, se la ride alla faccia nostra, mentre noi continuiamo a parlare di pos e contanti”.
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