Uilca (Uil Credito, Esattorie e Assicurazioni) è l’Organizzazione Sindacale Uil che riunisce i lavoratori dei settori credito, finanziario, concessionarie esattoriali, assicurazioni e autorità.

Fulvio Furlan è stato eletto segretario generale il 10 dicembre 2020 e riconfermato durante il settimo Congresso Nazionale il 29 settembre 2022. Da vent’anni nel sindacato, è in Segreteria Nazionale Uilca dal 2014, dopo avere ricoperto ruoli nel Coordinamento Uilca Intesa Sanpaolo e come responsabile del Dipartimento Comunicazione Nazionale Uilca. Giornalista pubblicista.

“Chiusura filiali? No, grazie.”: la campagna.

La campagna, ideata e promossa da Uilca contro il fenomeno della desertificazione bancaria, è stata ufficialmente presentata a Bari in occasione del Congresso Regionale Uilca Puglia a luglio 2022, con la partecipazione e il sostegno del presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), Antonio Decaro: “Noi sindaci abbiamo bisogno del servizio essenziale della banca e vi sosterremo nella vostra campagna contro la chiusura delle filiali nei comuni”. A supportare l’iniziativa itinerante Uilca anche l’Unione Province Italiane (Upi). La campagna on the road partita all’inizio dell’anno con la prima tappa in Emilia–Romagna e che ha già fatto sosta in Veneto, Umbria e Toscana, Lombardia, Puglia e Basilicata, Abruzzo e Marche, Sardegna, Liguria, Piemonte e Friuli-Venezia Giuia, arriva anche in Calabria e Sicilia dal 14 al 16 novembre.

“Chiusura filiali? No, grazie.”: il sondaggio.

Durante le tappe nei comuni è possibile partecipare al sondaggio Uilca volto a misurare l’impatto del fenomeno sui cittadini e le fasce più deboli e fragili della popolazione. I dati parziali, raccolti su 1.400 persone durante la prima parte della campagna Chiusura filiali? No, grazie, manifestano malcontento e insoddisfazione dei clienti sul problema della desertificazione bancaria. Nove persone su dieci si dichiarano “insoddisfatte” dalla chiusura delle filiali bancarie nel proprio comune. Sei su dieci, pari al 60% degli intervistati, dichiarano di recarsi in una sede bancaria “almeno una volta al mese” e oltre il 70% confessa di aver avvertito “molto” la riduzione degli sportelli bancari e la percezione dell’abbandono dei territori. “Con la campagna Chiusura filiali? No, grazie stiamo girando l’Italia e abbiamo l’opportunità di confrontarci con tante realtà diverse. Questo ci aiuta a comprendere meglio come il fenomeno della desertificazione bancaria viene vissuto dalle comunità e dalle persone” – commenta il segretario generale Uilca Fulvio Furlan – “Purtroppo, devo dire, i risultati di questa prima parte ci stanno dando ragione: la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli centri produce molta insoddisfazione e viene vissuta come un abbandono. Nove persone su dieci che si dichiarano insoddisfatte dalla chiusura delle filiali è un chiaro messaggio che non può più essere ignorato”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul tema.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nell’aprire l’assemblea annuale di Federcasse lo scorso 21 luglio, si è espresso sul problema della desertificazione bancaria, “che potrebbe sembrare inarrestabile”: le casse rurali, presenti sui territori, sono state “strumento di inclusione nello Stato unitario e hanno contribuito alla integrazione della società, allo sviluppo di territori, della vita delle famiglie, rappresentando un fondamentale momento di sostegno allo sviluppo dell’Italia quale oggi la conosciamo”.

Lo spopolamento nei comuni.

“Se il Governo ha preso un impegno con i comuni per evitare lo spopolamento, il problema di un comune che si spopola non è il problema di un singolo sindaco ma di tutto il Paese. La presenza degli sportelli bancari all’interno di un comune e di una comunità è un pezzo importante per contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri. Questa battaglia dobbiamo farla insieme per tutelare le nostre comunità che hanno diritto di guardare con più fiducia al futuro”, ricorda il presidente dell’Anci Decaro.

La desertificazione bancaria: dal 2018 al 2022 in Sicilia chiusi quasi 180 sportelli bancari e persi oltre 1.500 posti di lavoro . Il 7% della popolazione non ha accesso allo sportello bancario.

Dal 2018 al 2022 in Sicilia il numero di comuni serviti da banche è diminuito del 12,2%, passando da 288 a 253 (-35). Nello stesso periodo sono state chiuse 175 filiali (-13,7%), passando da 1.273 a 1.098. Percentuali preoccupanti anche per l’occupazione, che registra una perdita di 1.529 posti di lavoro per un calo del 14,9%, passando da 10.271 nel 2018 a 8.742 nel 2022.
Nella regione, al 2022, sono 318.910 le persone che non hanno accesso allo sportello bancario pari al 6,6% degli abitanti.

A Palermo il numero degli sportelli è diminuito del 16,7% passando da 306 nel 2018 a 255 nel 2022 (-51). I comuni serviti da banche sono calati del 13,8%, passando da 65 a 56 (-9). Anche nel capoluogo si registra un calo sul numero dei dipendenti: in cinque anni sono diminuiti del 15,8%, passando da 2.840 a 2.392 (-448).

A Messina il numero degli sportelli è diminuito del 16,5% passando da 158 nel 2018 a 132 nel 2022 (-26). I comuni serviti da banche sono calati del 18,4%, passando da 49 a 40 (-9). Si registra un calo anche sul numero dei dipendenti: in cinque anni sono diminuiti del 14,1%, passando da 1.105 a 949 (-156).

La desertificazione bancaria: i dati in Italia.

In Italia, dal 2018 al 2022, il numero dei comuni serviti da banche è diminuito del 10,9%, passando da 5.368 comuni del 2018 ai 4.785 del 2022. Nel 2022, su 7.901 comuni italiani, più di 3 mila pari al 39% non offre l’accesso al servizio bancario. Da un’analisi svolta dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra, si evince che in Italia dal 2018 al 2022 si è verificata una contrazione degli sportelli bancari del 17,4% (meno 4.423 sportelli), passando dai 25.409 del 2018 ai 22.650 del 2022. Nello stesso periodo il settore bancario ha perso 14.020 posti, pari a un calo occupazionale del 5%.

Dal 2018 al 2022, nel centro Italia ci sono stati 1.040 sportelli in meno, pari a un calo del 19,4%. Quasi novanta comuni sono rimasti senza sportelli bancari (11,5%), il taglio ha riguardato 7.130 dipendenti che in percentuale sono calati del 12,5%.

Nel Nord-est, sul numero del personale si registra un calo del 2,6% con -1.730 dipendenti. La tendenza negativa interessa anche gli sportelli bancari, –15,5% (1.028 sportelli in meno dal 2018 al 2022) e i comuni serviti da banche che scendono del 4,5% (-56). Nel Nord-ovest, sono stati tagliati 1.427 sportelli bancari, oltre il 18%. Le persone rimaste senza lavoro sono 1.090 (1%). I comuni serviti da banche sono calati del 13,1% (-242).

A contribuire al trend negativo della desertificazione bancaria in Italia anche le aree del Sud Italia e delle isole, dove sono stati tagliati 684 sportelli, pari al 18,3%, per il Sud; 244 sportelli in meno per le isole, per una contrazione del 13,3%. Dati che riflettono una sempre più bassa percentuale del presidio delle banche sui territori: tra il 2018 e il 2022 i comuni serviti da banche nel Sud sono diminuiti del 14,8% pari a 139 comuni in meno senza sportello; per le isole, 58 comuni non offrono l’accesso al servizio bancario (-10,1%). I dati, infatti, contribuiscono anche alla “desertificazione professionale” del settore: è in queste aree che si registrano le percentuali più alte degli impatti della desertificazione bancaria sui dipendenti: -14,3% (-4.339 dipendenti) nel Sud d’Italia e -13,2 per cento nelle isole, pari a 1.913 bancari in meno.

La desertificazione bancaria: le ragioni.

I motivi sono molteplici ma due i fattori che impattano maggiormente: aggregazioni bancarie e digitalizzazione.

Aggregazioni bancarie: devono avere una logica industriale ed essere a sostegno di territori, imprese e famiglie. Servono piani industriali con logiche di medio e lungo periodo e non solo taglio di costi, riduzione di sportelli e chiusura sportelli.
Digitalizzazione: in Italia, del 2018 al 2022, l’utilizzo dell’internet banking è aumentato progressivamente passando dal 33,8% al 48,3%, per una variazione del 14,5% rispetto all’8% dell’Europa .
Da un’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra si evince che le innovazioni tecnologiche, quando supportate da corrette politiche commerciali, ridisegnano le abitudini economiche delle imprese e dei consumatori. Dal 2017 al 2021, le operazioni con carte di credito sono aumentate del 59,7%, per un maggiore valore delle transazioni (+28,6%) . I dati sull’utilizzo delle app come mezzo di pagamento, pur essendo marginali a livello europeo, evidenziano un trend in crescita, passando dall’1% del 2019 al 3% del 2022. Si tratta di un processo di cambiamento dei mezzi di pagamento, in cui soprattutto le nuove generazioni preferiscono usare la moneta digitale . Per il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, “la digitalizzazione può comportare ricadute positive in termini occupazionali anche nel settore del credito, ma solo se si evita un’ottica miope che guarda al semplice taglio del costo del lavoro”.

Il sistema del credito e il Pnrr.

Le filiali rappresentano un vero e proprio presidio di sostegno per i territori e per le comunità di riferimento, di sviluppo per l’economia locale e di vicinanza alla clientela. Un buon sistema del credito può contribuire a creare un buon sistema economico e a dare vita a una nuova e buona occupazione. In quest’ottica il settore del credito deve strutturarsi in modo pluralista e coerente con il tessuto economico, con gli obiettivi di favorire lo sviluppo del Paese, gestire le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenere famiglie e imprese e garantire una presenza capillare sul territorio, tutelando la legalità e le fasce più deboli e fragili della popolazione.

Le altre campagne Uilca.

Pressioni commerciali: non si tratta più solo del rapporto di fiducia tra banca e clienti, oggi c’è un problema ulteriore che impatta sul benessere lavorativo e sulla salute di lavoratrici e lavoratori, posto il progressivo aumento di segnalazioni di disagio psicologico e di situazioni di stress tra il personale bancario, che si traducono anche in costi per la collettività nel momento in cui vanno a gravare direttamente o indirettamente sul sistema sanitario nazionale. A maggio del 2022 si è svolta un’audizione presso la Commissione Parlamentare sul Sistema Bancario, alla quale ha partecipato anche il segretario generale Uilca Fulvio Furlan, a testimonianza della particolare rilevanza che il tema delle pressioni commerciali riveste all’interno del settore del credito. Sono un problema che riguarda non solo lavoratrici e lavoratori e aziende, ma anche le istituzioni politiche, nazionali e locali, e la società civile. Sul tema, Uilca promuove la campagna “Basta pressioni commerciali”, contro le indebite pressioni cui sono sottoposti le colleghe e i colleghi del credito. Bisogna recuperare un ruolo sociale delle aziende. In quest’ottica, è il momento di inserire il tema nell’ambito di un dibattito più ampio, che coinvolga più soggetti; consenta nuove prospettive e rafforzi il valore della rivendicazione delle lavoratrici e dei lavoratori all’interno delle aziende e del settore.

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