Stanno manifestando davanti all’assessorato regionale alla Funzione Pubblica i lavoratori precari dei Comuni di Carini (105 lavoratori) e Piana degli Albanesi (55) protagonisti di un’iniziativa che proseguirà con un sit-in permanente.
Ma la loro situazione, senza stipendi né certezze per il futuro, è identica a quella dei precari di molte altre amministrazioni regionali.

Per loro non ci sono soldi né prospettive. Sono quasi 15mila e la stabilizzazione riguarderà non più di 1.500 di loro. E tutti gli altri?

Da giorni l’ assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, sta provando a coinvolgere il governo nazionale per affrontare l’ emergenza-lavoro. Ma finora il dialogo avviato col sottosegretario alla Funzione Pubblica Angelo Rughetti non ha dato gli esiti sperati a Palermo. E per questo motivo oggi la Lantieri metterà sindaci e sindacati davanti alla realtà: “Le stabilizzazioni sono impossibili per i Comuni in dissesto e ovviamente per quelli che non hanno soldi da investire in questi piani.
Inoltre servirebbero pensionamenti e altre condizioni che oggettivamente non ci sono. Numeri alla mano, possiamo contare solo su mille posti, forse 1.500”.

Ma un problema assai spinoso è anche quello delle proroghe: in queste condizioni la Regione sarà costretta a fermare le stabilizzazioni che l’ultima legge nazionale ha previsto venissero completate entro il 2018. “Il problema è che se si fermano le stabilizzazioni viene meno il presupposto per le proroghe. Queste sono possibili solo in vista di future stabilizzazioni”.

I contratti scadranno il 31 dicembre e se non si potesse autorizzare le proroghe , la Regione prevede di non essere in grado di gestire l’emergenza.
Rughetti avrebbe suggerito all’ assessore di individuare subito varie soluzioni da portare poi a un tavolo di confronto a Roma. E per questo motivo in tutta fretta la Lantieri ha costituito una cabina di regia sul precariato negli enti locali con l’Anci (l’ associazione dei sindaci) e i sindacati.

La situazione rischia tuttavia di precipitare e Lantieri lo sa bene: “Anche quei pochi posti su cui possiamo contare per le stabilizzazioni rischiano di svanire se dovremo trasferire nei Comuni i dipendenti delle ex Province”.
Qui la situazione si incastra con la legge nazionale che ha soppresso le Province e con quella regionale che ha dato vita ai Liberi Consorzi. La prima ha previsto che funzioni e personale passino ai Comuni. In Sicilia ciò è stato finora impedito proprio per salvare i posti dei precari. Ma i dipendenti delle Province (a tempo indeterminato e determinato) sono circa 6 mila e se – come probabile – lo Stato non finanzierà i Liberi Consorzi la Regione potrebbe essere costretta a spostare almeno una parte del personale nei Comuni.

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