I primi 15 comuni sono pronti ad avviare la stabilizzazione dei precari con un concorso in base alla legge regionale 31 dicembre 2016, la così detta ‘salva precari’, approvata dall’Ars il 28 dicembre  e pubblicata in gran fretta in gazzetta ufficiale della regione ma contestata da molti e a rischio di una pioggia di ricorsi

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Si tratta dei comuni di Catania, Caltanissetta, Alessandria della Rocca, Gagliano Castelferrato, Gangi, Giuliana, Joppolo Giancaxio, Montemaggiore Belsito, Pedara, Realmonte, Roccella Valdemone, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Torregrotta e Venetico.

Il bando più consistente è, naturalmente, quello del Comune di Catania che riguarda 183 persone che potrebbero ottenere un contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno. Proprio Catania ha preso la palla al balzo anche in virtù delle note difficoltà economiche della città retta da Enzo Bianco. Difficoltà che in teoria impedirebbero le stabilizzazioni pur non trattandosi di Comune in dissesto. Ma la legge regionale apre lo spiraglio e Catania si è subito inserita o almeno tenta di farlo.

Caltanissetta è la seconda in ordine numerico con 43 contratti in arrivo anche se si tratterebbe di un part time piccolo piccolo al minimo consentito. Gli altri comuni stabilizzano da uno a quattro dipendenti precari.

Ma l’avvio delle procedure da parte del Comuni è destinato a restare una mera intenzione. L’assessore regionale alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, precaria anche lei, a sorpresa gela le intenzioni dei sindaci: “Le proroghe non si possono avviare prima del 31 marzo, lo dice espressamente la legge – dice la Lantieri anche se non appare chiara la differenza fra proroghe e stabilizzazioni – il piano prevede infatti che sia la Regione a farsi carico del costo del ersonale ma per farlo deve conseguire dei risparmi. Questo – spiega -sarà possibile avviando la mobilità di una parte del personale delle ex Province”.

Di fatto, dunque, la norma regionale mostra un altro limite sfuggito ai più che ne fa, ancora una volta, una norma beffa. Non si può applicare fino a quando non sarà fatta anche la Finanziaria.

Il personale delle ex province che si vuole  spostare viene quantificato in poco meno di mille lavoratori (i conti di fine anno parlavano di 1200 o 1300) che saranno trasferiti verso altre amministrazioni e che alleggeriranno la spesa
della Regione. “A quel punto scatterà il piano delle stabilizzazioni – conclude Lantieri – prima non è possibile”.

Di fatto la legge salva precari attualmente è inutile e il rapporto di lavoro rischia di interrompersi con la conseguenza che ad aprile, quando sarà possibile stabilizzare, questi lavoratori potrebbero aver perso il diritto proprio per l’interruzione del rapporto.