In Italia oltre 3.2 milioni di persone dichiarano di essere affette da diabete, ma stime attendibili, parlano di circa 5 milioni, con un costo per il SSN stimato di circa 9 miliardi l’anno e una spesa pro-capite più che doppia rispetto ad un pari età non con diabete, provocando, inoltre, ben 73 decessi al giorno.

Prevenire precocemente la progressione della malattia diabete e le sue principali complicanze, progettare modelli di assistenza moderni e vicini alle persone con diabete, che utilizzino appropriatamente le innovazioni tecnologiche, rappresenta una sfida importante ed attuale per i Servizi Sanitari Regionali ed è al centro del confronto tra decisori regionali e tecnici di riferimento del mondo salute, durante la serie di 6 incontri regionali “Highway Diabetes: il paziente al centro?” – progetto realizzato da Motore Sanità, con il contributo non condizionato di Lilly – che oggi arriva in Sicilia. L’evento relativo alla tappa siciliana si è svolto oggi a Palermo presso la sede dell’OMcEO.

In tema di gestione della cronicità, il diabete, rappresenta sicuramente un caso paradigmatico in cui si rende necessario ammodernare il sistema assistenziale, migliorando l’efficienza dei percorsi di collegamento tra ospedale e territorio. Un aspetto importante da rivedere e monitorare è rappresentato dal rispetto dell’aderenza alle cure indicate.

Infatti, secondo dati EFPIA solamente le complicanze dovute alla scarsa aderenza alla terapia rappresentano un costo pari al 14% del totale della spesa sanitaria dei Governi Europei, circa 125 miliardi di euro all’anno. Secondo il rapporto dell’osservatorio dei medicinali, in Italia, la percentuale di aderenza per i farmaci antidiabetici è del 63% (OSMed 2015) e questo comporta: il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri e dei costi del trattamento per il SSN, un aumento ogni anno di circa 6 giorni di assenza dal lavoro ed infine un aumento del 30% della mortalità per tutte le cause (dati SID). Tra i fattori che impattano sull’aderenza terapeutica, un ruolo importante potrebbero avere le differenze regionali nell’efficienza dei servizi di presa in carico delle persone con diabete e nell’accesso all’innovazione. In questi ultimi 10 anni, infatti, le numerose innovazioni su farmaci ed apparecchiature, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione della malattia, restituendo alle persone con diabete una qualità di vita decisamente superiore. Ma tutto ciò potrà arrivare a tutte le persone con diabete solamente se l’innovazione avrà un accesso uniforme ed una collocazione appropriata e sostenibile.

“Il diabete – ha detto Carla Giordano, Professore Ordinario di Endocrinologia Sezione di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo Dipartimento di Promozione della Salute, Materno-Infantile, Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro”, PROMISE Scuola di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Palermo – è una delle sfide maggiori per il sistema sociosanitario per la sua complessità clinica e per l’organizzazione delle cure. Prevenire la progressione della malattia e le sue complicanze, progettare modelli di assistenza vicini alle persone con diabete, che utilizzino appropriatamente le innovazioni tecnologiche, rappresenta una sfida importante per i Servizi Sanitari Regionali. Farmaci e dispositivi innovativi, contenimento dei costi e migliore gestione dell’aderenza terapeutica sono le tre armi a difesa della persona con diabete: i farmaci innovativi mirano a migliorare la qualità di vita dei pazienti e a prevenire le complicanze del diabete. I nuovi dispositivi, come sensori e microinfusori sempre più guidati dall’intelligenza artificiale, mirano a ridurre le responsabilità del paziente nella gestione della terapia. Sul fronte costi, va considerato che una persona affetta da diabete costa circa 3 mila euro l’anno al sistema sanitario, la maggior parte dei quali legati a ricoveri ospedalieri (50% circa) o a visite specialistiche (20%). I farmaci innovativi antidiabetici, pur aumentando lievemente costi sul breve periodo, visto che non rappresentano comunque più del 7-8%, li riducono sul lungo periodo. Quanto all’aderenza terapeutica, l’utilizzo di una migliore comunicazione con l’introduzione di migliori dispositivi tecnologici e farmaci a somministrazione mono-settimanale, porterà senza dubbio enormi benefici per le persone”.

“Il diabete – ha spiegato Mario La Rocca, Dirigente Generale Dipartimento per la Pianificazione Strategica, Assessorato Regionale della Salute della Regione Siciliana – rappresenta una delle sfide maggiori per il sistema sociosanitario sia per la sua complessità clinica che per l’organizzazione delle cure. Oggi, il mondo della scienza mette a disposizione soluzioni sempre più innovative per migliorare il rapporto con la malattia, ma è bene ricordare che la prima fonte di prevenzione è la persona stessa, attraverso uno stile di vita sano ed equilibrato, per poter ridurre l’incidenza della patologia, in particolare del diabete di tipo 2, il più diffuso”.