Primo maggio cupo per i lavoratori di Almaviva Palermo. A rischio circa 260 operatori impegnati nella commessa Sky. La doccia fredda in una nota inviata ai sindacati dove si comunica che a far data dal 30 giugno (giorno in cui era prevista la scadenza) la società non rinnoverà la gestione dell’appalto.
Già in dicembre i sindacati avevano avuto notizia di un calo di volumi pari a – 36% medio nel primo trimestre 2020 che non faceva ben sperare. “In coerenza con le scelte aziendali e di business operate da Sky Italia Network Service nell’ambito dell’esercizio delle proprie prerogative, al termine del contratto non si verificherà nessun subentro nell’appalto giacché questo verrà cessato unitamente alle attività in esso rese”.
In particolare si rende noto come il servizio di gestione delle segnalazioni amministrative per i clienti Sky satellite in cui sono coinvolti i lavoratori Almaviva del sito di Palermo e Milano, cesserà allo scadere del termine ultimo previsto dal contratto in essere. La vertenza Almaviva era già sul tavolo sia della Regione che del governo nazionale al fine di trovare soluzioni per un settore, quello dei call center fortemente in crisi dopo l’allarme delle parti sociali sullo spostamento di traffico telefonico verso l’estero dove il costo del lavoro è molto più competitivo.
“Una vigilia di Primo Maggio dal sapore davvero amaro-dichiara Francesco Assisi, segretario generale Fistel Cisl Sicilia-non si possono prendere decisioni di questo tipo in piena emergenza sanitaria con tutte le limitazioni che quest’ultima comporta. Dobbiamo ancora fare le nostre verifiche-aggiunge Assisi-ma di sicuro la nostra attenzione è focalizzata sulla tutela dei lavoratori della commessa che sono 260 ed anche sulle ripercussioni che questa decisione può avere su tutto il sito di Palermo. Le argomentazioni di Sky-dice il segretario Fistel-sono deboli, il servizio clienti non viene meno, perché i clienti continueranno a chiamare. Nessuna nuova organizzazione del lavoro giustifica una strategia che abbandona solo i lavoratori di Palermo, eludendo le clausole sociali, magari a favore di lavoratori che risponderanno dall’estero. Questa vicenda-conclude Assisi – rischia di essere l’inizio di un “domino” che porterà via il lavoro a molti operatori dei call center”.
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