- Odissea delle donne in gravidanza costrette a viaggiare per partorire
- Superare il problema con una deroga alla legge Balduzzi
- Per le donne in gravidanza aumento del contributo economico a 5 mila euro
Le donne in gravidanza che risiedono nelle Pelagie, nelle Eolie, nelle Egadi e nell’isola di Pantelleria sono costrette a vere e proprie odissee e affrontano le ultime settimane di gestazione fuori dal proprio territorio, lontane dagli affetti familiari poiché costrette a trasferirsi sulla “terra ferma” e nei maggiori centri della Sicilia per dare alla luce i propri figli. Per queste donne il momento meraviglioso della maternità sovente si trasforma in prostrazione con conseguenze non indifferenti per la psiche proprio quando devono prendersi cura del loro piccolo e godere della gioia della maternità.
Un ordine del giorno all’Ars
Un problema non di poco conto è quello della presenza dei punti nascita, su cui è stato presentato un ordine del giorno all’Ars, sottoscritto anche dalle deputate Grasso e La Rocca Ruvolo e dal collega di gruppo parlamentare Giovanni Bulla, “che impegna il governo Musumeci a richiedere al Ministero della Salute apposita deroga per la sussistenza dei Punti nascita nelle Isole minori siciliane come condizione essenziale per garantire il diritto alla salute alle donne in gravidanza che vi risiedono e che non possono subire discriminazioni e al contempo disagi non indifferenti al momento del parto”. Lo dice Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.
Chiesta deroga al decreto Balduzzi
I deputati firmatari chiedono il ripristino dei Punti nascita nelle Isole minori siciliane con una deroga al Decreto Balduzzi e la modifica dell’Accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata Stato Regioni Enti locali nel 2010. “Riteniamo – si legge nel documento – che questo tema sia di fondamentale importanza e meriti un confronto tra governo regionale e governo Draghi per giungere alla soluzione auspicata”. L’emergenza sanitaria in atto fa emergere in maniera prepotente e indifferibile come sia necessario investire nella sanità cambiando paradigma rispetto al criterio della riduzione dei costi, orientando le risorse sul potenziamento dell’assistenza sanitaria come condizione essenziale per garantire a tutti i cittadini il diritto fondamentale alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana.
Aumento del contributo economico da 3 mila e 5 mila euro
“La rete ospedaliera siciliana – continuano i deutati – va potenziata avendo attenzione particolare anche ai Punti nascita nelle Isole minori ed ai reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia nelle stesse. Già con la legge di stabilità regionale, in corso di approvazione è stato previsto l’aumento del contributo economico da 3 mila e 5 mila euro per le spese che le donne isolane in gravidanza sono obbligate ad affrontare per visite specialistiche in altri ospedali siciliani e che comportano spostamenti e anche pernottamenti fuori sede, con conseguente stress psicologico per i nuclei familiari in attesa della nascita del figlio”.
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