Il sindaco Leoluca Orlando non accoglie il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in visita a Palermo. Lo fa per una chiara ripicca politica, per una forma di protesta. Apriti cielo! Per qualcuno ha fatto bene, per altri è istituzionalmente maleducato. Lo stesso Conte gli risponde per le rime (noblesse oblige) e da parte dei 5 stelle  è un fuoco di fila di ‘vergogna’ e di  insulti mascherati da toni politici.

Tutto normale nella dialettica politica probabilmente come anche il fatto che, invece, siano tanto il Pd quanto Forza Italia (a livello locale) a difenderlo.

Secondo il senatore Faraone Orlando “si è comportato fin troppo bene, avrebbe dovuto organizzare una contestazione dei cittadini con il gonfalone della città. E Conte meriterebbe questo trattamento in tutti i comuni dell’area metropolitana di Palermo a cui ha scippato 58 milioni e in tutte le città d’Italia a cui ha tolto 2 miliardi con l’approvazione alla Camera del “proroga termini”, con il voto di fiducia. Con che coraggio viene a fare questa passerella. Ha la faccia di bronzo”.

Ma a fronte di queste valutazioni nessuno sembra ricordare fatti neanche troppo lontani nel tempo. La memoria corta dovrebbe risalire a meno di due anni fa. Era il 16 novembre 2016 quando l’allora Premier Matteo Renzi venne in Sicilia, forse per la terza o quarta volta in realtà, nel pieno della campagna per il referendum. Fra i tanti appuntamenti di quella giornata senza respiro c’era anche una visita ai Cantieri Navali di Palermo a lì doveva esserci anche il sindaco Orlando. Orlando andò un po’ prima e poi sparì.

Non erano ancora i tempi dell’accordo del sindaco con i renziani del Pd, quell’accordo che prima portò il Pd a correre con lui a Palermo senza simbolo e poi portò Orlando ad aderire al partito pooco prima delle nazionali per garantirsi un posto per l’amico Giambrone alla ricerca di un nuovo seggio al Senato. C’era tensione fra l’Orlando anti partiti e il Pd di Matteo Renzi.

Bene anche allora Orlando lanciò una sua crociata, non andò a ricevere il Premier eccetera eccetera. Quella polemica si spense presto grazie a qualche mossa di comunicazione indirizzata agli operai che erano rimasti in attesa. Neanche Renzi andò, il Ministro Delrio ricevette altrove una delegazione e via così evitando che si innalzassero i toni.

Ma oggi non se lo ricorda più nessuno. Così chi allora parlò della maleducazione istituzionale di Orlando oggi perchè si stupisce o addirittura lo difende? E non ci sono certo solo i renziani.  “La presenza odierna del premier Conte a Brancaccio rappresenta il vero delitto perfetto a danno di tutte le periferie, condivido la scelta del sindaco Orlando di disertare l’incontro” dice Antonio Ferrante a nome dei Partigiani Dem, certamente non tacciabile di renzismo.

“Dopo aver preso tanti voti dalle periferie- aggiunge Ferrante- il governo ha tagliato proprio i fondi destinati alla loro riqualificazione e già stanziati dal precedente governo. Oggi Conte torna sul luogo del delitto in una scuola, dove- immagino- dovrà spiegare che per fare il vicepremier non occorre conoscere grammatica, geografia, storia ed educazione civica”.
“Condividiamo la scelta del Sindaco Orlando di non partecipare –  conclude Ferrante- dopo lo scippo subito da Palermo ad opera di un governo non solo incapace di mantenere le proprie promesse ma addirittura di cancellare gli stanziamenti positivi di chi li ha preceduti”.
Delle due l’una: o non ricevere il Premier è un atto di maleducazione istituzionale chiunque egli sia, oppure è legittimo potere protestare così contro le scelte di un governo. Ma occorre mettersi d’accordo quantomeno con se stessi. Meglio, forse, avrebbe fatto Orlando ad andare e manifestare il proprio dissenso di presenza magari “avrebbe dovuto organizzare una contestazione dei cittadini con il gonfalone della città” come dice Faraone.
Così facendo, invece, il sindaco si espone non tanto alle dichiarazioni sopra le righe quanto alle irriverenti espressioni dei deputati 5 stelle all’Ars per i quali “L’attaccamento che Orlando, a parole, dimostra alle periferie è encomiabile. Peccato che nessuno nelle periferie, nel corso delle sue varie amministrazioni, se ne sia mai accorto.  Il sindaco di Palermo la finisca di cercare la ribalta perduta creando sterili e inutili polemiche. Mente ai palermitani sapendo di mentire, sa perfettamente che i fondi per le periferie non sono affatto perduti, anzi sono addirittura aumentati”.

“Orlando sa – dicono i deputati – che sono stati garanti 500 milioni ai primi 24 progetti in graduatoria e saranno finanziati tutti gli altri progetti esecutivi, come sarà consentito ai progetti non ancora esecutivi di andare avanti.  Piuttosto che cercare inutili polemiche pensi veramente ai problemi della sua città, sempre più abbandonata e basta guardarsi attorno per accorgersene, magari non oggi che è stata tirata eccezionalmente a lucido per la visita del Papa. Peccato che il Papa tornerà chissà fra quanti anni”.

Polemiche a parte c’è un altro dettaglio da ricordare. Il primo Premier ad inaugurare l’anno scolastico di quella scuola era stato proprio Renzi. Coincidenze!

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