Raccolta differenziata porta a porta e realizzazione degli impianti per il riciclaggio. Legambiente Sicilia ha ribadito, oggi a Palermo, i punti essenziali per uscire dall’atavico problema rifiuti in Sicilia nell’ambito del “Primo ecoforum provinciale su rifiuti ed economia circolare”. L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito di “Sicilia munnizza free”, campagna nazionale messa in campo da Legambiente in collaborazione con il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e con il patrocinio della Regione Siciliana. “Come diciamo da anni – ha sottolineato Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – l’unica via d’uscita è la raccolta differenziata spinta, soprattutto nelle città di Palermo, Catania, Messina e Siracusa, in gravissimo ritardo, che avrebbe come primo, immediato effetto, quello di ridurre le quantità da portare in discarica. Altro nodo da risolvere in tempi brevi è la realizzazione degli impianti per un ciclo virtuoso dei rifiuti, puntando soprattutto sull’organico che rappresenta oltre il 50 per cento. Per realizzare tutto ciò, occorrono gli impianti, a partire da quelli di digestione anaerobica per produrre gas metano e compost di qualità per le campagne, favorendo al contempo gli investimenti dei privati”.
Sulla necessità di realizzare nuovi impianti di prossimità, molti dei sindaci del Palermitano hanno espresso parere favorevole, in quanto questo punto continua ad essere il collo di bottiglia che impedisce la riduzione della Tari nonostante le buone percentuali di raccolta differenziata raggiunta. Al termine dei lavori si è svolta la consegna degli attestasti ai Comuni ricicloni della provincia di Palermo che hanno superato la soglia del 65% nei primi sei mesi del 2018, ancora comunque troppo pochi. Comuni con più di 5 mila abitanti: San Giuseppe Jato 78,98%; Balestrate 71,67%; Montelepre68,52%; San Cipirello 68,25%; Terrasini 65,30%; Cinisi 65,13%. Comuni con meno 5 mila abitanti: Prizzi 78,58%; Giardinello 77,20%; Giuliana70, 55%; Camporeale 68%; Pollina 67,78%; Chiusa Sclafani 65,62%.
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