• L’Ars ha approvato a maggioranza assoluta la richiesta per i sei quesiti del referendum sulla Giustizia
  • La Sicilia è la seconda regione italiana dopo la Lombardia ad aver dato l’ok per l’iter
  • Miccichè plaude all’approvazione
  • Musumeci “Firmerò anch’io per una Giustizia più giusta”
  • Attiva Sicilia: “Permettere agli italiani di esprimersi”
  • M5s ha votato no, Di Caro “Iniziativa propagandistica. Musumeci in aula? Precettato dagli alleati”
  • Armao ha firmato i requisiti referendari

Dopo la Regione Lombardia anche la Sicilia ha approvato l’iter per la richiesta del referendum sulla Giustizia. L’Assemblea siciliana ha approvato, a maggioranza assoluta, la richiesta per i sei quesiti.

Si tratta di abolizione della legge Severino (36 sì), custodia cautelare (36 sì), separazione delle carriere (38 sì), poteri dei magistrati laici e togati (38 sì), responsabilità civile dei magistrati (38 sì), composizione del Csm (38 sì). In aula presente il governatore Nello Musumeci.

Miccichè plaude approvazione

“Esprimo il mio compiacimento per l’approvazione dei sei quesiti referendari sulla giustizia da parte dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Umbria, la Sicilia è la quinta e determinate Regione che approva i quesiti referendari. Con questo voto i quesiti potranno essere sottoposti alla valutazione della Corte di Cassazione”. Questo è il commento del presidente dell’Assemblea Regionale siciliana, Gianfranco Miccichè subito dopo l’approvazione dei quesiti referendari.

Musumeci “Lieto, firmerò anch’io per una Giustizia più giusta”

“Sono lieto che anche la Sicilia si sia espressa positivamente sulla richiesta di referendum di riforma della Giustizia. L’Ars ha appena approvato, con convinzione, la richiesta sui sei quesiti in merito. Si fa così più breve il percorso che porterà al pronunciamento della Corte di Cassazione. Io stesso, come esponente politico del centrodestra, nei prossimi giorni mi recherò nei punti predisposti per la raccolta delle firme, sottoscrivendo la richiesta di referendum per una Giustizia più giusta”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Attiva Sicilia “Permettere agli italiani di esprimersi”

L’Ars, anche con il voto favorevole di Attiva Sicilia, ha dato via libera alla richiesta di referendum per sei quesiti riguardanti l’abrogazione di norme sulla giustizia. “Abbiamo votato sì alla richiesta di referendum – affermano i deputati regionali di Attiva Sicilia – perché si tratta di quesiti di grande importanza per la società italiana ed è quindi fondamentale dare la possibilità ai cittadini di esprimersi e decidere come ridisegnare la giustizia del futuro”.

Aricò “Bene così, su questo tema è doveroso dare la parola agli italiani”

“Oggi all’Ars è stata scritta una bella pagina di politica. Il Parlamento regionale ha richiesto in maniera compatta l’indizione del referendum che prevede sei quesiti sulla Giustizia, così come hanno già fatto in Lombardia. Su un tema così importante è doveroso, infatti, dare la parola agli italiani. Il nostro auspicio è ora che si raggiunga prima possibile il voto favorevole di almeno cinque consigli regionali, necessario per indire le consultazioni referendarie in alternativa alla raccolta di firme”. Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo di DiventeràBellissima all’Ars.

Soddisfazione anche da Calderone

“Una scelta oculata, che si basa sull’art. 75 della Costituzione e sulla possibilità che cinque Consigli regionali possano richiedere l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. Adesso, visto che da Roma il Parlamento non prende posizione, la parola passerà agli italiani, gli unici a decidere sulla riforma di una tematica tanto delicata quanto necessaria. Abrogazione della legge Severino, abuso sulla custodia cautelare, separazione della carriera dei magistrati, loro piena responsabilità diretta e riforma del Consiglio superiore della Magistratura sono questioni non più derogabili a tutela della democrazia”. Lo sottolinea il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Tommaso Calderone, a nome di tutto il gruppo parlamentare azzurro.

Di Caro “Iniziativa propagandistica”

Arrivano anche le critiche da chi ha votato per il no all’iter per la richiesta referendum sulla Giustizia come il Movimento 5 Stelle. “Abbiamo votato no all’iter per la richiesta dei referendum, ma non perché siamo contrari ad un istituto così importante, ma perché avremmo preferito che sulla questione si fosse interpellato il popolo con la raccolta delle firme. La questione, tra l’altro, ha un sapore squisitamente propagandistico, la Lega, se aveva a cuore queste questioni, poteva portarle nelle aule parlamentari nazionali, visto che era al governo”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro.

“I quesiti sulla giustizia – afferma Di Caro – tra l’altro mal si prestano allo strumento referendario. La storia ci insegna che sul primo referendum della storia tra Barabba e Gesù il popolo ha avuto sicuramene un abbaglio”.

“Musumeci in aula? Precettato dagli alleati”

“Curioso – conclude Di Caro – vedere in aula Musumeci, evidentemente precettato dalla Lega. Del presidente abbiamo perso le tracce, qui non si vede quasi mai, anche quando in ballo ci sono questioni di importanza vitale per le imprese e per i cittadini”.

Armao firma i requisiti referendari

Intanto, presso il gruppo di Forza Italia a Palazzo delle Aquile, il vicepresidente ed assessore all’Economia della Regione siciliana, Gaetano Armao, ha firmato a favore di tutti i 6 quesiti proposti dal Comitato promotore Giustizia Giusta associazione il cui scopo è la promozione e la raccolta delle firme necessarie alla presentazione del referendum per la riforma della Giustizia.

“Ulteriore spinta al cambiamento”

“Il settore della Giustizia in Italia – ha dichiarato Armao – è rilevante e strategico per modernizzare l’ordinamento giuridico, ma anche per ottenere le risorse del PNRR e favorire le innovazioni organizzative che ci chiede l’Europa. La firma dei quesiti referendum, pur di fronte al percorso di riforma avviato dal Parlamento e dal Governo Draghi, vuole rappresentare un ulteriore spinta al cambiamento in uno dei poteri dello Stato nel quale si sono manifestate criticità e drammatiche contraddizioni”.

“Espressione voto cittadini può essere forse stimolo al parlamento”

“Il ricorso all’espressione del voto dei cittadini – sottolinea e conclude il Vicepresidente della Regione siciliana – può rappresentare pertanto un ulteriore elemento di impulso e coinvolgimento democratico e costituire un forte stimolo al Parlamento. Inverare le garanzie costituzionali a tutela dei cittadini per una giustizia giusta nei confronti di un sistema che ha manifestato preoccupanti elementi di giustizialismo e di deviazione dai principi fondamentali è una responsabilità collettiva”.

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