Non dovranno rientrare in servizio i pensionati richiamati dalla Regione Siciliana. E nel contempo gli 11 dirigenti che già erano stati “costretti” a doversi risedere dietro le scrivanie e che pensavano di aver lasciato definitivamente per il meritato riposo potranno tornare a casa. A darne conferma è il sindacato del Siad-Csa-Cisal che già tempo fa aveva sollevato il caso e che oggi invece rassicura tutti sul fatto che non si dovrà effettuare alcun rientro.

Nessuna impugnativa della norma

“La Presidenza del consiglio dei Ministri, nella seduta dello scorso 29 settembre, – affermano Giuseppe Badagliacca, Angelo Lo Curto e Sergio Lucia del Siad-Csa-Cisal – ha deciso di non impugnare l’articolo 9  della legge 22/2021 che ha sanato la paradossale situazione in cui si sono venuti a trovare tanti pensionati della Regione Siciliana richiamati in servizio per un pasticcio burocratico”.

Norma applicabile

“La norma chiesta a gran voce dal nostro sindacato è quindi pienamente applicabile – continuano Badagliacca, Lo Curto e Lucia – e per questo ringraziamo l’assessore alla Funzione pubblica Marco Zambuto e il capo di gabinetto Silvio Cuffaro: tanti dipendenti che sarebbero dovuti rientrare in servizio a partire dall’1 novembre potranno restare quindi a casa e sollecitiamo la Funzione pubblica a sospendere subito dal servizio gli 11 dirigenti già pensionati e richiamati in servizio, prima di creare un danno erariale. Al danno si aggiungerebbe la beffa”.

Un pasticcio normativo

Pare che alla base di tutto vi sia stato un pasticcio burocratico di norme nazionali e regionale che negli anni si sono accavallate. L’una andava ad inficiare l’altra, in buona sostanza, e da qui è nato questo caso clamoroso della chiamata al rientro di alcuni dipendenti regionali. Questi ultimi, però, hanno evidenziato attraverso i loro legali dell’esistenza di numerose sentenze della Corte costituzionale, tra cui la numero 208 del 2014, che vede estensori Sergio Mattarella, Marta Cartabia e Sabino Cassese, che dice che in materia di pensioni, prevale il diritto del pensionato. In pratica, quando il pensionato ha già cessato il suo rapporto di lavoro con provvedimento definitivo, nessuno può più chiedergli nulla. La tutela del pensionato viene prima di ogni cosa, e la Corte Costituzionale lo ha ribadito più volte.

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