Il rendiconto 2022 del Comune di Palermo rimane al palo, così come le assunzioni ad esse legate. Il Consiglio Comunale di Palermo continua a correre, pressato da tempi stringenti e condizionato dall’ombra di un rimpasto sempre più vicino. Scadenze perentorie imposte dalla legge, a volte per salvare fondi, altre per sbloccare ingressi nei ranghi di Palazzo Comitini. E proprio sull’atto proposto dal vicesindaco Carolina Varchi Sala Martorana stava procedendo spedita, con l’analisi del documento condotta a commissioni congiunte nella giornata di venerdì. Ma a volte quelle stesse regole da rispettare rischiano di causare un autogol di non poco conto. La trattazione del rendiconto sarebbe dovuta iniziare ieri, con la relazione dei tecnici e della “seconda” in comando di Roberto Lagalla. Invece un cavillo burocratico ha bloccato tutto, con il Consiglio costretto a trovare una via d’uscita rispetto a quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali (abbreviato TUEL).

Il problema burocratico sul rendiconto

A segnalare il problema nella seduta di ieri è stato il consigliere comunale di “Oso” Ugo Forello. Il componente della commissione Bilancio ha richiamato infatti l’articolo 227 del TUEL , il quale stabilisce che “la proposta di deliberazione inerente al rendiconto deve essere messa a disposizione dei componenti del Consiglio entro un termine non inferiore a venti giorni rispetto all’invio della relazione del Collegio dei Revisori“. Atto che è arrivato solo il 14 settembre, il che rinvierebbe la questione addirittura al 3 ottobre. Secondo Ugo Forello si tratterebbe di una “irregolare ed illegittima convocazione dell’aula”, con tanto di richiesta di rinvio.

Focus sulle assunzioni

Una bella gatta da pelare per l’Amministrazione Comunale che, secondo gli esponenti di maggioranza, avrebbe la necessità di approvare l’atto in tempi stretti. Esigenza filtrata durante la conferenza dei capigruppo convocata d’urgenza dal presidente Giulio Tantillo, su richiesta del capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo. Un contesto al quale ha partecipato anche il vicesindaco Carolina Varchi. Secondo quanto filtrato, l’esigenza di dare il via libera all’atto riguarderebbe principalmente il tema delle assunzioni non solo di dirigenti tecnici al Comune, fatto già di per se importante, ma anche di nuovo personale nelle società Partecipate. Elemento, quest’ultimo, per il quale servirà l’approvazione anche del bilancio consolidato entro e non oltre il 30 settembre. Ma se non c’è il via libera al rendiconto, non si può andare all’atto successivo.

Lagalla chiamato in aula

Che fare allora? Il cavillo c’è ed è scritto nero su bianco su una legge nazionale. Però ci potrebbe essere una scappatoia tecnica. Se i consiglieri comunali rinunciassero al diritto del termine dei venti giorni, secondo i tecnici, si potrebbe andare avanti. Ma dalle opposizioni non tutti sono d’accordo. Qualcuno ha infatti rievocato non solo i tempi stretti registrati per l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, ma anche e soprattutto quanto accaduto il 31 dicembre scorso, con l’ex bilancio consolidato arrivato in Consiglio soltanto a metà pomeriggio ed approvato a pochi minuti dalla mezzanotte, senza neppure il parere ufficiale del Collegio dei Revisori, giunto all’attenzione di Sala delle Lapidi solo nei primi di gennaio. Per sbrogliare la matassa sarà necessario un intervento del sindaco Roberto Lagalla. Il primo cittadino è atteso in aula alle 10, per esporre al Consiglio una relazione dettagliata sul perchè, per l’ennesima volta, il Consiglio è chiamato in fretta e furia ad approvare un atto nevralgico per il futuro della città.

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