La corsa alla presidenza della Regione siciliana, partita da nove pretendenti e ridottasi subito a sette, rischia di perdere un altro candidato e diventare una corsa a sei. La vicenda riguarda la ricusazione della lista di Italia Sovrana e popolare e dunque la candidatura a Presidente della Regione di Fabio Maggiore. Ma sia Maggiore che i quattro partiti che si sono uniti in questo percorso sono certi di essere riammessi. Maggiore racconta il perché e i suoi programmi ed idee per la Sicilia ospite a TalkSicilia.
Il ricorso per essere riammessi
“Se diciamo che abbiamo raccolto oltre 2000 firme, quindi parecchi sottoscrittori hanno sostenuto il partito e abbiamo consegnato tutta la modulistica necessaria. E solo che non c’è stato alcun intralcio. Un cavillo legale che ci auguriamo di superare al meglio non solo per tutti i candidati, ma anche per tutte quelle persone che hanno firmato. Siamo stati tra i primi per sottoscrittori del partito. Un problema legato sostanzialmente a una forma di documentazione che e in ordine allo statuto speciale, parrebbe non essere perfettamente conforme. Perché mentre su un piano costituzionale, su un piano nazionale, con la firma dell’avvocato all’indicatore poteva valere a livello di statuto speciale siciliano occorreva la firma del notaio autenticatore, una firma e con questi abbiamo ottenuto. Ricordo la domenica per integrare entro le 48 ore, perché la legge consente quindi l’integrazione con tanto di protocollo di verbale rilasciato quindi all’ufficio preposto, quindi dove abbiamo la documentazione a nostro favore. Però, nonostante ciò ci sono state c’è stata una decurtazione, una una respinta. Abbiamo fatto ricorso e questo ricorso mi trova una seconda ricusazione per la quale stiamo continuando perché dall’altra parte riconosciamo che abbiamo tutte le carte in regola per poter partecipare e quindi vorremmo concorrere con gli altri. Ecco come è legge e democrazia vorrebbe”.
Cosa è Italia Sovrana e Popolare e come nasce
“Italia Sovranità Popolare nasce da un’unione di partiti che si sono ritrovati a fare una sorta di unione di intenti. E legato anche a delle convenienze elettorali, perché quando un partito che si unisce a un altro partito, la soglia di sbarramento cresce laddove invece si crea una sorta di contenitore unico. La soglia di sbarramento in qualche modo si riduce. Quindi per convenienza ci siamo ritrovati davanti un tavolo, abbiamo detto e sposiamo. La stragrande maggioranza dei punti, quindi per il 70 80% delle convergenze li troviamo insieme, che hanno in qualche modo percorso questa esperienza politica dove all’interno c’è ancora Italia, il cui leader è Francesco Toscano, e il Partito Comunista di Marco Rizzo, Azione Civile di Antonio Ingroia e Riconquistare l’Italia di Stefano D’Andrea. E devo dire che questa esperienza l’ho vissuta in modo molto positiva perché ho avuto modo di conoscere persone che effettivamente, seppur uscenti da ideologie e manifestazioni diverse con dialettiche diverse. Comunque sia, ti ho trovati in un percorso comune dove l’emergenza, anche del momento, ci porta a condividere questa battaglia insieme. Per esempio sposiamo tre punti di programma che ci hanno trovato uniti quello, per esempio, di contrastare tutta quella direzione. Esempio prebellica, riconoscendo anche nella Sicilia come anche nell’Italia, una nazione è una regione che rifiuta, rifiutano la guerra. Quindi cerchiamo qualche modo di opporci a questa visione monolitica secondo la quale la Russia è il male per eccellenza e quindi dobbiamo per forza di cose spingere verso sanzioni economiche che d’altra parte si riversano in tutta Europa perché dal 25 maggio iniziano le bollette, colpirà tutti. E quindi questa visione, quel modo di un pensiero monolitico che porta a una spinta anche mondialista. Ecco, vorremmo che modo di trattarlo. Una visione un po più multipolare, multipolare. A questa visione ci ritroviamo quindi a condividere anche una lotta, perché a livello regionale in che modo noi nasciamo per contrastare la mala politica? Noi diciamo come programma vogliamo dovremmo bonificare la politica, cioè vorremmo far passare questa palude in modo che è una palude sterile. Ha un terreno florido dove poter coltivare valore. Potrebbe permettere ai siciliani anche giovani, di non emigrare, ma di poter vivere in questa terra che parrebbe dannata, per quanto bella. Quindi come possiamo a livello regionale contrastare la cosiddetta mala gestione? Sicuramente, diciamo noi, ci siamo resi conto seduti a un tavolo con tutti, in qualche modo gli attori sociali, gli attori politici. Abbiamo parlato con insegnanti, con medici, con poliziotti e con tutte quelle persone che lavorano sul campo. Innanzitutto ci siamo resi conto che la gestione sia dei rifiuti sia della rete idrica, sia tutto ciò che concerne anche la sanità, trova una cattiva gestione. Spesso perché c’è davanti il privato. Noi, per esempio, contrastiamo le privatizzazioni, che spesso permettono delle logiche, ad esempio clientelari o comunque sia che derivino da una logica democratica, per esempio voto di scambio o altri sistemi che purtroppo ingrassano spesso e malvolentieri i sistemi anche di organismi mafiosi. E quindi vogliamo creare un contrasto, cioè noi crediamo che con una sana politica possiamo sia ripristinare il valore, quindi nell’interesse generale di tutti, sia allo stesso tempo avvicinare gli astenuti, perché l’astensionismo è un fattore molto grave che dimostrerebbe che i politici hanno fallito.
No alle privatizzazioni, tornare a Regione imprenditrice
Bisogna uscire dalla logica degli affidamenti ai privati perché i privati non fanno gli interessi collettivi. Deve tornare la stagione della Regione imprenditore. lo diciamo perché noi guardiamo il trend economico. Anche da economista quale sono? Io guardo tutto. Quello è stato il processo del monitoraggio del tessuto socioeconomico, dal momento in cui abbiamo privatizzato tutte le risorse e tutte gli asset e i settori strategici che interessavano lo Stato. Questo è un pensiero non solo regionale, ma anche statale. Cioè noi riteniamo che le amministrazioni pubbliche debbano ritornare a controllare e domare il mercato, perché nel mercato purtroppo non ci sono logiche democratiche logiche dove chi ha il capitale può anche in qualche modo investire e anche giocare in un modo, se vogliamo, anche eversivo rispetto all’ordine democratico. Noi vorremmo invece un’amministrazione pubblica più efficiente, proprio perché riconosciamo che l’interesse generale non potrà mai essere fatto dal privato che persegua il profitto. Interessi particolari, ma questo lo studiamo anche in economia, dunque non ha alcun senso privatizzare. [00:09:56][51.2]
Speaker 1: [00:09:58] Poi vi definite sovrana e popolare non sono due concetti che rischiano di essere in antitesi, almeno nell’immaginario collettivo”.
La sovranità è del popolo
“Noi crediamo fortemente nella sovranità. Innanzitutto diciamo la sovranità, ma è anche un po relativo, perché molti partiti ci hanno pure giocato su, hanno cavalcato un po anche la terminologia e quindi hanno portato a un distacco. Perché se noi pensiamo alla ricerca e alla ricerca della sovranità, io penso che debba essere ambita da ogni individuo in questa terra, perché se non sei sovrano non per fare tanti giri di parole, ma il contrario è schiavo. Quindi diciamo la bellezza della sovranità ha saputo che in questo essere uomini liberi e capaci di esprimersi e autodeterminarsi. Nel caso della Meloni, nel caso di Salvini, questi erano più schiavisti che sovranista. Però chiaramente l’etichetta serviva per allontanare da quelle persone che realmente vogliono fare la politica nell’interesse della sovranità popolare. Quindi noi ci poniamo su una visione ovviamente di una società rispettata anche in ordine a una logica europea. Perché il momento in cui ci dicono che a livello europeo dobbiamo cedere sovranità, vedete l’assurdo no cessioni di sovranità per un mondo migliore ecc. Questa è una demagogia di uno schiavista che sta ingannando, perché reclamare la sovranità di un popolo altrui è un atto di fatto criminale. Noi dovremmo accorgerci di questi mondi. In che modo di queste parole, che sono molto pericolose, chiaramente dette in una certa maniera, sono più morbide in qualche modo e in qualche modo una leggerezza della gravità. Poi perché in che modo alleggeriscono il peso di un inganno o di una manipolazione? Noi non possiamo cioè della sovranità. L’Unione europea, come noi la contempliamo, deve essere un’unione dei popoli e degli Stati europei, in ottica anche di rispetto delle sovranità nazionali, quindi una sommatoria di società nazionali del rispetto degli Stati. Cosa che non è avvenuta nel momento in cui invece hanno ceduto. Hanno smantellato gli Stati esautorando i poteri statali, dunque calpestando i popoli, gli interessi dei mercati internazionali. Questa è una cosa criminale.
Il tema delle migrazioni, come frenare i flussi
“Sicuramente denunciando i crimini che avvengono all’interno anche delle terre dove la gente viene abusata, come d’altronde siamo stati in passato pure noi. Perché quando il giovane siciliano deve emigrare e andar via dalla Sicilia, sostanzialmente non ha quei livelli, come accade spesso in Africa, nelle zone ancora più disagiate e disastrate. Però se guardiamo siamo molto vicini, c’è la logica è sempre quella. Ci sono degli approfittatori, degli oppressori e dei predoni che ci condizionano in questa maniera. Quindi se noi non capiamo che queste multinazionali, per esempio, che questi alti sistemi finanziari stanno lucrando speculando sulla vita della gente, dicendo no a questa persona, dobbiamo riportarla a casa oppure sì, facciamolo entrare. E poi però non capiamo neppure le ragioni per le quali magari muoiono nel deserto o nel mare, come gli oceani, eccetera. È una cosa molto triste. Io dico siamo esseri umani, dobbiamo iniziare a ragionare tra esseri umani. Dobbiamo smetterla di permettere a queste persone di soggiogare la gente perché ci sono tratte di uomini mercificato. Dove lo sanno i politici che il problema sostanziale è quello lì, cioè il fatto che da una parte noi guardiamo anche il tasso demografico siciliano e vediamo che c’è un invecchiamento, non c’è un tasso di natalità idoneo per mantenere in piedi un popolo, perché qui c’è uno cioè veramente popolando la Sicilia, l’Italia e l’Europa in generale. D’altra parte i giovani sono costretti a emigrare non per l’assenza di lavoro, perché di lavoro ce ne passa. Ma se queste persone continuano ad affamare la gente continuano a concentrare ricchezze con la mala politica perché qui ingrassano con le grandi opere, con le grandi strutture. Grazie alla mafia la mafia non è esterna ai palazzi e come diceva Pietro Scaglione, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone è interna. Non per nulla il nostro partito trova magistrati come Ingroia o anche il finanziere che in qualche modo cercava di contrastare Matteo Messina Denaro, Calogero Pulici. E d’altra parte troviamo invece partiti che hanno avuto non più di un indagato molteplici indagati, nonché anche condannati per mafia. Anche questo deve essere valutato dall’elettore, cioè andate a votare, ma andate a votare bene perché è importante. È una lotta contro la malapolitica, contro il fenomeno mafioso, contro le ingiustizie di tutti i siciliani abusati. Credeteci, non smettete di credere. Io dico spesso non votano perché hanno smesso di credere alla politica, perché sono stati traditi. Mentre cinque stelle ha tradito la Lega, ha tradito i voltagabbana meno traditi? Benissimo, ma non smettete di credere all’amore, elaborate il tradimento e scendete in campo, ritornate a credere all’amore, ritornate a credere alla politica. La politica non cosa accadrà, da cui dipende l’amministrazione e la vita di tutti noi. Nel bene e nel male, non possiamo lasciarlo a persone che si vede già nei volti hanno altri interessi.
Perché i siciliano dovrebbero votare Fabio Maggiore?
Perché Fabio Maggiore non ha macchie curriculari? Perché Fabio Maggiore da anni combatte e denuncia i sistemi bancari e finanziari? Perché vorrebbe ripristinare uno Stato dalle regole più sane dirette al popolo, né interessi popolari. Quindi vorrebbe fare un po di pulizia perché Fabio Maggiore ha 36 anni ed è una mente lucida e giovane rispetto a quelle altre persone che da anni hanno gestito la politica e quindi hanno dimostrato nei fatti di non saper gestire. Quindi io sarei una carta ex novo e quindi una carta che potrebbe essere approvata laddove si dice cambiamento. Il cambiamento deve essere radicale, cioè dobbiamo recidere tutti i rami secchi. Dobbiamo troncare tutto con la politica che cambia il volto, ma il contenitore è sempre fallito. Hanno fallito i partiti di sistema tradizionali. Noi siamo un nuovo partito che avanza. Si chiama Italia Sovranità popolare e dunque è una scelta che deve essere fatta, perché se non si fa questa scelta non troviamo. L’ultima carta è finita. Ripeto, ribadisco quello che è stato dopo il 25 settembre sarà un disastro totale solo se la capacità di operazioni straordinarie di mettersi di traverso contro tutti quei sistemi sovranazionali che hanno distrutto il tessuto socioeconomico e hanno impoverito la gente. Siamo già morti che camminano, dobbiamo avere il coraggio delle nostre idee e delle nostre scelte.
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