Cimitero pieno e situazione esplosiva. Va sempre peggio ai Rotoli ma una strategia ancora non c’è.
Il sindaco “stiamo lavorando”
“Stiamo lavorando” si limita a dire il sindaco di Palermo Roberto Lagalla sollecitato proprio sull’emergenza cimiteriale. Parole che arrivano a margine della cerimonia di giuramento della sua Giunta. Al momento un assessore designato al Ramo ancora non c’è anche se, secondo gli ultimi rumors, ad essere destinatario dell’incarico sarà Totò Orlando, ex presidente del Consiglio Comunale ed in quota Italia Viva. Ma l’emergenza, nel frattempo, langue, e la dignità dei palermitani anche.
Ritorno alle origini per una emergenza mai risolta
Un ritorno alle origini per i renziani, visto che il ruolo da assessore ai Servizi Cimiteriali è stato già coperto da un altro uomo vicino a Davide Faraone, ovvero Roberto D’Agostino. Ciò prima di dimettersi dall’incarico e lasciare tutto nelle mani di Leoluca Orlando.
L’emergenza al cimitero dei Rotoli
L’emergenza al cimitero di Santa Maria dei Rotoli prosegue ininterrottamente dal novembre 2019. Allora, le bare a deposito erano meno di 400. Dopo due anni e mezzo, i feretri in attesa di una degna sepoltura sono addirittura triplicati. Incremento esponenziale che si spiega da un lato con le difficoltà derivate dall’emergenza pandemica ma, dall’altro, con le criticità presenti all’interno del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo. Da marzo 2020, la struttura del capoluogo siciliano è senza un forno crematorio. Quello vecchio dovrebbe andare incontro a ristrutturazione, ancora non avviata, mentre il progetto di quello nuovo (finanziato dal dicembre 2015) deve ancora andare a bando. Una situazione paradossale in una città nella quale si è parlato per anni dell’importanza della diffusione della cultura della cremazione, con i morti palermitani costretti invece ad andare verso Misterbianco o, peggio ancora, in Calabria.
Situazione di cui è ben conscio Roberto Lagalla che, ieri, ha annunciato alcuni interventi che saranno messi in campo dall’Amministrazione Comunale. “Ad agosto partiranno i lavori per la collocazione per i 424 nuovi loculi ipogei. In più, abbiamo inviato al Ministero della Salute una richiesta di autorizzazione in deroga, così come previsto dai regolamenti di polizia mortuaria, per l’acquisto di circa 1000 loculi provvisori da poter allocare nelle immediate pertinenze del cimitero di Santa Maria dei Rotoli o in quelle del camposanto di Santa Maria di Gesù. Stiamo esplorando l’ulteriore possibilità di trovare spazi ulteriori nell’impianto di Sant’Orsola”.
I problemi dei campi d’inumazione
Secondo i dati forniti dagli uffici del cimitero dei Rotoli, sono circa 1200 le bare attualmente a deposito. Di queste, ben 670 attendono un posto nei campi d’inumazione. Sezioni del cimitero attualmente piene, in attesa delle operazioni di turnover delle sepolture. Interventi che, di fatto, non possono essere messi in pratica. Ciò per l’assenza di un’autista, tra la fila del Coime, abile a guidare il bobcat necessario alle operazioni. Figura professionale presente all’interno dei ranghi di Reset, a cui però manca il mezzo. Paradosso di cui ha parlato, qualche giorno fa, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo, il quale ha invitato l’Amministrazione Comunale ad una maggiore organizzazione delle proprie forze in campo.
“Sbloccato iter lavori costone roccioso”
Sempre a proposito di campi d’inumazione, c’è poi il grande tema delle sepolture della parte alta del cimitero. In particolare, della situazione in cui versano le sepolture fra la sezione 469 e 470. Luoghi già tristemente noti alla cronaca come aree dove, lo scorso anno, si sono verificate incursioni di cinghiali. Una situazione ben diversa, quella attualmente presente nell’area in questione, ma altrettanto tragica. Le tombe sono letteralmente ricoperte di erbacce che rendono impossibile perfino raggiungerle. Inoltre i cestini, non puliti da tempo e strabordanti di spazzatura, si sono rotti e hanno riversato il proprio contenuto sulle scale e nei relativi terreni limitrofi. Scale divenute ormai delle barriere architettoniche, fra rami di alberi, erbacce e rifiuti di ogni genere riversati su di esse. Un quadro decisamente triste, figlio dell’impossibilità, da parte degli operatori di Reset, di recarsi sul posto. Ciò per la mancanza del collaudo della rete anti-caduta massi.
Proprio sotto questo punto di vista, Roberto Lagalla ha annunciato ieri alcune novità. “Si è concluso ed è in fase di definizione l’iter per i lavori sul costone roccioso. Fatto che consentirà di accedere nei campi d’inumazione della parte alta”. Mossa che, quindi, sbloccherebbe logicamente tutti i progetti attualmente bloccati e le operazioni di diserbo delle sepolture. Da capire però le tempistiche di tale operazione.
Commenta con Facebook