Programmate le date di saldi e vendite promozionali in Sicilia per il biennio 2022-23.  L’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha firmato il decreto che programma saldi e vendite promozionali nei prossimi due anni. Secondo il decreto, i saldi invernali potranno essere effettuati dal 2 gennaio al 15 marzo, mentre quelli estivi sono in calendario dall’1 luglio al 15 settembre. Indicati anche i periodi per le vendite promozionali: dal 16 marzo al 30 giugno e dal 16 settembre al 31 dicembre.

Si riparte dopo la pandemia

“Dopo il periodo acuto della pandemia che ha stravolto il calendario dell’ultimo biennio – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive – si torna alla programmazione che, oltre che essere prevista dalla legge, è uno strumento fondamentale che permette a commercianti e consumatori di potersi organizzare con congruo anticipo”.

Monitorare mercati

Per l’assessore regionale alle Attività produttive, oltre alla programmazione è indispensabile “che istituzioni e organizzazioni di settore maturino la capacità di analizzare adeguatamente i trend e di monitorare quei fattori che possono influire sul successo delle vendite promozionali e dei saldi”, conclude Turano.

Ora la risposta sul campo

Adesso certamente si attende quale sarà la risposta del mercato, se davvero la crisi può essere considerata alle spalle. Certamente dagli ultimi saldi invernali, quelli di gennaio, non è che siano venuti fuori spunti ottimistici. Si è parlato di una una media di cento euro a persona per acquistare innanzitutto abbigliamento e calzature. Questa la “fotografia” delle prime due settimane di saldi in Sicilia “scattata” dalla direzione del Parco Commerciale Le Zagare di San Giovanni La Punta.

A Palermo anche peggio

I saldi invernali sono stati una vera delusione anche a Palermo. Appena 50 euro pro capite sono stati destinati dai consumatori palermitani per gli acquisti. E’ la stima che è stata fatta dalla Cidec, la Confederazione Italiana Esercenti Commercianti, che ha esternato tutta la sua preoccupazione per la tenuta dell’economia degli esercizi commerciali, già provati da una crisi senza fine. Secondo la sigla il problema sarebbe stata anzitutto quello delle restrizioni collegate alla pandemia, perché senza vita sociale nessuno è invogliato a spendere.

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