Un’interrogazione parlamentare per evidenziare i mancati controlli sulle promozioni e sui saldi di fine stagione: è quella presentata dal capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò.

“Saldi selvaggi” che avrebbero agevolato centri commerciali e grandi marchi a scapito invece dei piccoli e medi commercianti che rispettano invece le norme vigenti.

“Nonostante ci siano delle norme precise che regolamentano le vendite promozionali – si legge nel testo presentato da Aricò – le grandi catene ed i negozi a marchio propongono spesso ‘finte promozioni’ anticipando di fatto l’inizio dei saldi”. Ovviamente, senza i succitati controlli, il periodo degli sconti diventa una vera e propria giungla dove le regole vengono messe in secondo piano rispetto agli interessi delle singole aziende, mettendo, di fatto, a repentaglio la stessa sopravvivenza dei piccoli e medi commercianti.

Marco Di Giovanni, il presidente di Fimo Assoimpresa Sicilia (la federazione italiana moda di Assoimpresa), è soddisfatto per il passo avanti fatto grazie all’interrogazione parlamentare presentata all’Ars: “Finalmente i negozi di vicinato avranno un’attenzione speciale su argomenti importanti come sconti e promozioni e la vigilanza su chi rispetta le norme – sottolinea Di Giovani – ringraziamo l’onorevole Aricò che ha prontamente raccolto le nostre richieste. La strada intrapresa è quella giusta”.

Intanto, secondo i dati diffusi l’11 luglio da Confesercenti Sicilia che ha effettuato un sondaggio, per il 64 per cento dei commercianti, la prima settimana di saldi è stata “negativa” rispetto allo scorso anno mentre il 26 per cento giudica “ininfluente” il peso delle vendite. In cifre, oltre l’80 per cento rileva un calo significativo degli incassi.

Confesercenti Sicilia ha intervistato 138 imprenditori siciliani del settore moda. Nove domande per capire il trend delle vendite ma anche la percezione e l’atteggiamento degli imprenditori rispetto alle difficoltà della ripartenza dopo l’emergenza Covid19.

A fare riflettere sono anche le perdite dichiarate dagli imprenditori. Agli intervistati è stato chiesto di quantificare il calo subito. Non tutti sono stati in grado di farlo ma il quadro che emerge da chi c’è riuscito, è sconfortante: il 32 per cento ha dichiarato una perdita del 30%. Il 23 per cento degli intervistati di “oltre il 30%” e il 27,5 per cento, una diminuzione di “più del 50%”. Anche le previsioni non fanno sorridere. Oltre il 75 per cento degli intervistati non crede in un miglioramento nelle prossime settimane, e comunque non in un miglioramento “decisivo” (40,58%).

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