Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto sul recente conflitto bellico scoppiato in Ucraina. Il senatore ha parlato a margine del sopralluogo condotto presso il cimitero di Santa Maria dei Rotoli, a Palermo. Una visita, nella quella il leader del Carroccio ha dedicato molto spazio a quanto sta succedendo nell’Est Europa.
“Vi confesso che buona parte della mia giornata e della mia nottata sono dedicate a quello che succede sul confine fra Ucraina, Polonia, Ungheria e Russia – ha dichiarato -. Ho fatto degli incontri con diversi ambasciatori. La mia testa, il mio cuore e il mio impegno, più che alle Amministrative, è a cercare di fare il possibile per fermare la guerra”.
Sul ruolo dell’Italia
Matteo Salvini interviene anche sul ruolo giocato dal Bel Paese nei tavoli diplomatici internazionali. “A me piacerebbe che anche l’Italia sia protagonista. Un interlocutore può essere Berlusconi per la sua storia, ma anche il presidente del Consiglio. Chi meglio di lui può chiedere un cessate il fuoco?”. Non mancano le riflessioni critiche, in particolare nei confronti di Luigi Di Maio “Voglio evitare polemiche, fatemi tacere. Dico solo che quando hai un tuo ambasciatore a Mosca che sta lavorando per il dialogo e il disarmo, si poteva evitare di dire certe cose“.
Sui corridoi internazionali
Il leader della Lega dedica poi un pensiero ai corridoi umanitari, sui quali sta lavorando in prima persona. “Voglio fare qualcosa che aiuta, che risolve. Sono in contatto con diverse realtà, che stanno lavorando per portare in Italia decine e decine di bambini, malati, vedove ed orfani. Se la mia presenza fosse utile ad aggiungerne anche solo uno, lo farò. Se tutto è tranquillo e confermato, nei prossimi giorni ci sentiamo da là”.
“Sicuramente non ho paura a mettermi a disposizione per il bene della pace – ha sottolineato Salvini -. Quello che mi sconvolge è che alcuni politici e giornalisti dicono che se una proposta di pace la fà la Lega non va bene. Sentire qualcuno dire ‘la pace di Salvini no” è una follia. Conto di essere sul posto, con tutte le cautele del caso. L’obiettivo è riportare in Italia bimbi e famiglie in sicurezza. Con la guerra non si scherza“.
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