Pesanti condanne per quelli che sono considerati parte del clan mafioso di San Lorenzo a Palermo e che furono arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia “Teneo”. Oltre 60 anni di carcere complessivi per 7 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, secondo quanti riporta il Giornale di Sicilia. Tra loro figura Giulio Caporrimo, ritenuto il capoclan molto temuto e che era anche entrato in conflitto con altri vertici di Cosa nostra: a lui sono stati inflitti 14 anni e 4 mesi.

Gli altri condannati

Per tutti l’accusa a vario titolo è di associazione mafiosa ed estorsioni aggravate dal favoreggiamento a Cosa nostra. Le altre condanne riguardano Vincenzo Billeci, che ha avuto 10 anni e 8 mesi, Francesco Di Noto, 4 anni e 10 mesi, Francesco Paolo Liga, 8 anni e 2 mesi, Nunzio Serio, 20 anni ma in continuazione con una precedente condanna, Vincenzo Taormina, 12 anni e 4 mesi, ed infine Giuseppe Enea, 7 anni.

L’operazione

L’operazione antimafia scattò nel 2020 in quello che un tempo era considerato il regno incontrastato di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. In tutto furono 10 gli indagati (9 in carcere e 1 ai domiciliari), accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.

La prosecuzione di tante altre operazioni

Giulio Caporrimo, uscito dal carcere nel 2019, avrebbe ripreso subito la sua attività di controllo del mandamenti secondo l’accusa. L’indagine è la prosecuzione delle operazioni “Oscar” (2011), “Apocalisse” (2014) e “Talea” (2017) che avevano portato in carcere capi e gregari del mandamento con Francesco Paolo Liga (figlio dello storico boss Salvatore Liga, detto “u Tatenuddu”), poi affiancato, a partire dalla sua scarcerazione avvenuta nell’ottobre 2015, da Giuseppe Biondino (figlio di Salvatore, l’autista di Totò Riina), arrestato di nuovo nel gennaio 2018.

La partenza

L’operazione “Teneo”, prosecuzione dell’indagine “Talea”, prende il via dal controllo delle attività di Vincenzo Taormina, imprenditore del settore movimento terra particolarmente ritenuto vicino a Francesco Paolo Liga reggente non sempre ben visto dagli affiliati che riponevano grandi aspettative per un rinnovato potenziamento di cosa nostra nella scarcerazione nel febbraio 2017 di Giulio Caporrimo e poi di Nunzio Serio e di altri affiliati arrestati nell’operazione “Oscar”. I due erano venerati e ossequiati per la capacità di comando, il carisma e l’influenza nella dinamiche mafiose.

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