Si svolgerà domani dalle 9 il presidio di solidarietà in via Magliocco nei confronti dei lavoratori dell’Ubis, che nella stessa giornata incroceranno le braccia contro l’esternalizzazione dell’azienda. Anche a Palermo le segreterie territoriali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin esprimono solidarietà ai lavoratori di Ubis (Unicredit business integrated solution) società del Gruppo Unicredit, che sciopereranno contro l’ennesima cessione di attività e di lavoratori. Una parte del gruppo sarà ceduta a una interbancaria, la Sia, società partecipata della Cassa depositi e prestiti.

Questa volta a essere interessati sono i lavoratori che si occupano della gestione informatica delle “carte”. Ma in questi ultimi anni centinaia sono stati i colleghi coinvolti da processi di esternalizzazione, (ES- SSC, VT-Service Spa –UCCMB-ABAS ), che, affermano i sindacati dei bancari palermitani, non hanno portato i risultati economici che il Gruppo Unicredit dichiarava di volere raggiungere ma che hanno determinato, invece, un impoverimento professionale e occupazionale, che soprattutto nel territorio siciliano e palermitano ha avuto ricadute pesanti.

“Esprimiamo preoccupazione per la strategia seguita da questo gruppo basata quasi esclusivamente sul taglio di attività lavorative e contenimento dei costi, in particolare del costo del lavoro, senza cercare di incrementare i margini di redditività e senza, come nel caso di Ubis, tagliare le numerosissime e onerose consulenze esterne” – affermano Carmelo Raffa di Fabi, Mimmo Crivello di First Cisl, Elia Randazzo Fisac Cgil Sicilia con delega su Palermo, Giuseppe Gargano Uil.

“In relazione a ciò, preoccupano le affermazioni del nuovo Ad, Jean Pierre Mustier, che ripropone per il prossimo ed imminente piano industriale di UniCredit la stessa ricetta di tagli con cessioni di filiali, di partecipazioni (Fineco , Pioneer, Pekao ecc. ). Insomma un piano di lacrime e sangue sempre e solo per lavoratori. Tutto questo in un settore come il nostro in cui il premier Renzi, in maniera improvvida, dichiara esuberi pari alla metà del personale attuale. Questa politica di UniCredit, a nostro avviso, può determinare conseguenze perniciose dal punto di vista sociale, economico ed occupazionale soprattutto nel nostro territorio, che è debole, dove ancora conta il rapporto tra operatore bancario e cliente e le ripercussioni sono più forti che in altre parti d’Italia”.