La Sicilia non può e non deve diventare la pattumiera d’Italia. Il coro è unanime e arriva dalla totalità delle forze politiche. Tra Comitati che nascono, associazioni ambientaliste già sul piede di guerra, raccolte di firme, la desecretazione della lista dei siti papabili per la creazione di depositi in cui ospitare per 300 anni le scorie radioattive italiane, sta creando un’onda di polemiche e proteste. Tutti uniti e concordi nel dire No alle scorie nucleari nei 4 siti siciliani.
Contrario anche Musumeci. Lo ha affermato, intervenendo in diretta a “Dentro i fatti”, su TgCom24, a proposito della mappa nazionale dei siti di possibile stoccaggio di scorie radioattive diffusa ieri che contempla l’istituzione dei depositi a Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula – Petralia Sottana e Butera. “Siamo pronti a dimostrare che l’individuazione dei quattro siti siciliani che dovrebbero ospitare i rifiuti radioattivi è scelta che possiamo confutare”.
Di “attacco al territorio ed alla salute dei siciliani” parla Salvo Giuffrida, coordinatore regionale di Cambiamo!. “La Sicilia non può diventare pattumiera d’Italia”, chiosa, annunciando l’impegno, “attraverso i parlamentari nazionali del partito, a vigilare e presentare incisive osservazioni finalizzate a rivedere il piano nella sua stesura definitiva prima di essere sottoposto all’approvazione dei ministeri competenti”. Giuffrida sottolinea che “la carta nazionale delle aree più’ idonee per la costruzione dei centri di stoccaggio nazionali per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi è stata redatta dalla società(pubblica) di gestione degli impianti nucleari, resa nota in questi giorni, dopo il via libera del governo nazionale, a dispetto della realtà storica, archeologica, paesaggistica ed ambientale dei quattro siti individuati in Sicilia”
Per il deputato Pippo Compagnone: “Impossibile in Sicilia. A Roma basterà arrivare preparati e determinati”. Il deputato autonomista ha visitato un centro simile in Spagna ed afferma: “Non serve a nulla dichiarare l’isola area denuclearizzata. Questa battaglia si vince con la scienza non con gli slogan”. Per il deputato sarebbe una scelta da “escludere a priori in quanto la quasi totalità dell’isola è considerata a rischio sismico ed anche perché di fatto non esistono aree adeguatamente ampie e disabitate tali da poter ospitare un impianto del genere”.
Secondo il parlamentare, la Sicilia dal punto di vista sismico e morfologico, non sarebbe adeguata ad ospitare questo deposito.
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