Altri 365 giorni sono passati e Scorta civica, cartello di associazioni e liberi cittadini nato a Palermo il 20 gennaio 2014 su iniziativa di Salvatore Borsellino, al fine di offrire solidarietà e sostegno all’azione dei magistrati impegnati nel processo sulla trattativa Stato-mafia e negli altri processi che si pongono l’obiettivo di far chiarezza sulle stragi degli anni ‘90, è pronte a celebrare due anni dalla propria nascita.

Un nuovo anno di presidio di fronte al Palazzo di Giustizia di Palermo ma anche di sensibilizzazione e di impegno civico per tenere alta la bandiera della lotta antimafia, che si svolge anche attraverso la partecipazione attiva ai progetti per la promozione della legalità nelle scuole e che offre sostegno e vicinanza, oltre ai parenti delle vittime della mafia, anche a coloro che ogni giorno vivono in regime di protezione e sotto scorta per essere collaboratori di giustizia.

Un’attività senza sosta che quest’anno ha avuto il suo culmine nell’organizzazione nazionale dell’evento #‎rompereilsilenzio che si è tenuto a Roma in difesa del magistrato di Palermo, Antonino Di Matteo, nei cui confronti è ancora alto il pericolo di un attentato. Così, ancora una volta, ci troveremo a rompere il silenzio, mercoledì mattina a partire dalle 9,30, in piazza Vittorio Emanuele Orlando, davanti al Tribunale di Palermo. In occasione di questo secondo anniversario di presidio di Scorta civica è prevista una sorta di agorà, con un palchetto a disposizione di tutti i cittadini che abbiano il desiderio di condividere e confrontare esperienze e riflessioni sui due anni di presidio già trascorsi. Le scolaresche invitate saranno intrattenute sul tema e parteciperanno ad un flash mob, tutti assieme perché sia potenziata la tutela nei confronti dei magistrati minacciati dalle organizzazioni criminali.

Tutti assieme perché venga individuata la santabarbara della mafia palermitana, dove è custodito il tritolo per un’altra strage. Tutti assieme perché venga arrestato il latore dell’ordine di uccidere Nino Di Matteo, il latitante Matteo Messina Denaro, ancora a piede libero malgrado la condanna all’ergastolo per le stragi del 1993, per le quali si continua a pretendere verità e giustizia. Tutti assieme per non far sentire soli i magistrati ma soprattutto pretendere che lo Stato si schieri a difesa e sostegno di questi uomini impegnati in prima linea contro la criminalità organizzata.

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