I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale del capoluogo nei confronti di sei soggetti, accusati tra l’atro di falso, associazione a delinquere, truffa allo Stato e frode nelle pubbliche forniture. In carcere sono finiti Pietro Corrao, 63 anni, Saverio Marchese, 55 anni e Salvatore Scavone, 60 anni. Ai domiciliari Beniamino Cusimano, 75 anni, Concetta Teresi 52 anni e Marilena Scalia 48 anni.

L’indagine su due associazioni nel trasporto per gli emodializzati è stata coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca della Dda.

Corrao, Marchese, Scavone e Cusimano sono accusati falso e di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di falso, Teresi per i reati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture ed infine Scalia per truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture. Uno dei soggetti finiti agli arresti misura cautelare, peraltro, dall’aprile 2019 risulta percepire il reddito di cittadinanza, per un ammontare medio mensile di circa 400 euro, beneficio che verrà subito sospeso, così come previsto dalla legge.

Con il medesimo provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio aziendale di due associazioni palermitane di volontariato operanti nel settore sanitario-assistenziale, l’Associazione di Volontariato Emergency Leader Onlus – A.V.E.L. – e la Confraternita di Misericordia, che da oggi sono affidate ad un amministratore giudiziario affinché le gestisca nell’interesse della collettività.

Le indagini svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Palermo hanno fatto emergere come la A.V.E.L., che svolgeva per conto dell’Asp di Palermo il servizio di trasporto emodializzati, che doveva essere una associazione di volontariato, era una attività d’impresa, gestita di fatto da soggetti indagati per gravi reati (traffico di droga aggravato dall’agevolazione mafiosa).

Dietro la finta Onlus si nascondeva un’impresa con turni di lavoro e stipendi anziché rimborsi, gestita di fatto da Corrao e Marchese, indagati per traffico di droga aggravato dall’avere agevolato Cosa Nostra. Per ottenere il rilascio della necessaria certificazione antimafia gli indagati avevano fatto carte false, attribuendo formalmente la veste di presidente a Cusimano, che è incensurato.

In sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l’Asp, gli indagati hanno quindi prodotto false certificazioni concernenti la natura di Onlus dell’Ente e l’attestazione che quest’ultima fosse amministrata da soggetti immuni da precedenti penali, grazie alle quali l’A.V.E.L. ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche.

Le indagini svolte hanno poi permesso di documentare l’esistenza di un vero e proprio “cartello” fra i rappresentanti di sette associazioni palermitane che svolgevano il servizio di trasporto emodializzati per conto della locale Asp, capeggiate dalle referenti della Confraternita di Misericordia.

Il patto illecito, concretamente attuato tramite la creazione di chat su whatsapp, prevedeva che i diversi partecipanti concordassero di rifiutare, il  del trasporto “collettivo” dei pazienti, rendendosi disponibili solo al più remunerativo “trasporto singolo” dei malati, così ingannando l’Asp e cagionando un

L’odierna attività conferma come la Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, continui ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela degli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.

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