I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Nucleo Cites – Distaccamento di Punta Raisi, hanno denunciato 23 persone per traffico di animali in via d’estinzione e hanno sequestrato oltre 260 esemplari di animali appartenenti a specie protette.

Il contrasto alla vendita di animali protetti

È il bilancio degli ultimi quattro mesi di quest’anno. I militari hanno condotto un’attività di contrasto alla vendita illegale di animali in via di estinzione. L’attività ha riguardato non solo la Provincia di Palermo, ove è stato individuato il maggior numero d’illeciti, ma anche le Province di Caltanissetta, Agrigento, Catania e Trapani.

Ben 23 denunce

Da settembre a oggi sono state 23 le persone deferite, a vario titolo, alle competenti Autorità Giudiziarie per aver messo in vendita, senza avere alcuna documentazione comprovante la legale detenzione di 112 esemplari di testuggine di terra e oltre 130 esemplari di cardellini. Tutti gli esemplari sequestrati sono stati affidati alle cure di Centri di conservazione della fauna selvatica allo scopo di riadattare gli animali alla vita selvatica, nell’ottica, ove possibile, di un reinserimento nei rispettivi habitat di provenienza.

Animali protetti da convenzioni internazionali

Nel caso delle testuggini, la Testuggine di Herman è, insieme ad altre specie, una delle 30.000 specie di flora e fauna protette dalla CITES. Questa convenzione internazionale ha lo scopo di regolamentare il commercio internazionale di fauna e flora selvatiche in pericolo di estinzione. La sua applicazione riguarda non solo il commercio di esemplari vivi, ma anche morti, o semplici parti o di prodotti da essi derivati.  La commercializzazione degli esemplari iscritti negli elenchi della CITES non è sempre vietata ma può avvenire solo in presenza della necessaria documentazione. Nel caso dell’avifauna invece, seppur gli esemplari sequestrati non rientrano tra le specie incluse nella Convenzione CITES, tuttavia i fringillidi sono tutelati da un’altra Convenzione Internazionale, la ‘Convenzione di Berna’. Tali specie, inoltre, non sono incluse tra quelle cacciabili, quindi la detenzione degli stessi, in assenza di documenti comprovanti la riproduzione in cattività, costituisce reato, sia perché gli esemplari appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato sia perché il codice penale vieta la detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette.

 

Articoli correlati