‘Fare il Ministro dei Beni Culturali è un incarico troppo bello e gratificante’. Dario Franceschini, fra il serio ed il faceto lo ha detto molte volte utilizzando parole simili a queste. Ed in questa frase è racchiusa tanta politica e  tanti sentimenti umani. In fondo fare il Ministro dei beni culturali ti mette sempre al centro dell’attenzione in Italia ed i rischi sono in fondo ben limitati sia da un punto di vista politico che giudiziario. E’ forse l’unico incarico che ti permette di andare sui giornali parlando della bellezza, inaugurando mostre e così via. E per le mani ti passano tanti soldi pubblici da spendere. Insomma per un politico sembra proprio il giardino dell’Eden.

In Sicilia la situazione non è diversa per l’assessore ai beni Culturali visto che la Regione ha una competenza quasi esclusiva sulla materia ed il patrimonio siciliano non è certamente da poco, tutt’altro. Tolta qualche polemica con il personale e per le mancate apertura festive, in fondo fra l’istituzione più o meno regolare di un parco archeologico ed un incontro sulla salvaguardia di questo o quel bene, fra un accordo di scambio con un museo internazionale e l’inaugurazione di una grande mostra resti sempre al centro dell’attenzione e governi un sistema che ha tanto da dire e da fare e sul quale l’attenzione non cala mai come nel bel paese.

Tutte cose delle quali il presidente della regione Nello Musumeci si è accorto bene in questi quasi sette mesi durante i quali ha fatto l’assessore ai beni Culturali oltre ad occuparsi di tutte le rogne dell’essere presidente della Regione. E dunque dalla scomparsa del compianto Sebastiano Tusa sembra proprio che Musumeci, mano mano, si sia proprio innamorato dell’assessorato ai ben i Culturali. tanto da non voler più lasciare quell’incarico bello e che si può gestire anche da palazzo d’Orleans. Almeno questo è ciò che si dice nei corridoi dei palazzi del potere.

Non era certamente questa l’intenzione di Musumeci ma adesso il presidente della regione starebbe pensando di non nominarlo affatto per il momento un assessore ai beni Culturali nonostante un mese fa o poco più sembrava arrivato ormai il tempo della nomina. A convincerlo in questo senso,m oltre l’innamoramento per il settore, sembra ci siano anche le fibrillazioni politiche che sembravano sopite ma che sono tornate.

Da una parte ci sono tutti i ‘no’ venuti dai grandi nomi contattati. Nomi circolati in un modo o nell’altro ma ci sarebbe anche qualche nome che non è stato fatto. Dall’altra parte ci sono le mire di Forza Italia su quell’assessorato. Mire che, se non soddisfatte, amplierebbero lo scontro sulla vice presidenza della regione e darebbero un motivo in più al Presidente dell’Ars Miccichè per chiedere la sostituzione dl Gaetano Armao alla quale Musumeci non vuole dare seguito anche perchè ammetterebbe di aver fatto un errore due anni fa. Ed infine ci sarebbe il tecnico gradito un po’ a tutti ovvero Ignazio Buttitta che però vorrebbe mani libere e Musumeci è restio a dare un settore della sua amministrazione nelle mani di un tecnico che alla fine non risponderebbe più di tanto al presidente.

E allora perchè non tenerselo quell’assessorato bello e impossibile tanto da far innamorare anche un amministratore esperto come lui.

Il silenzio che è calato sulla mancata nomina di un nuovo assessore sembra confermare queste voci di corridoio accompagnata dalla considerazione che il coperchio delle pentola ‘rimpasto’ va comunque tenuto ben saldo perché c’è sempre il rischio che sollevandolo appena un po’ la pentola ribolla.

Se ne sono accorti, la scorsa settimana, in casa 5 stelle e, semi inascoltati, hanno lanciato la loro palla in campo

“Da oltre sei mesi (il 10 ottobre saranno sette ndr) la Sicilia è senza un assessore ai Beni culturali. Ci rendiamo conto che la tragedia del compianto Sebastiano Tusa, che ci ha scossi tutti, ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Tuttavia, una regione come la nostra, forte di un patrimonio culturale imponente e dal grande richiamo turistico, non può navigare a vista. Serve con urgenza ripristinare il coordinamento politico di questo importante comparto” hanno detto i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della V commissione Cultura, formazione e lavoro all’Ars, Roberta Schillaci, Nuccio Di Paola, Giovanni Di Caro e Giampiero Trizzino.

“Doveroso, in memoria di Tusa che è stato un grande assessore – aggiunge Schillaci – restituire ai siciliani una figura di alto profilo, accreditato sul piano politico ma soprattutto competente sul piano tecnico. Musumeci onori la sua memoria nominando un professionista che abbia spessore culturale e visione programmatica, capace di portare avanti i numerosi progetti al momento rimasti in sospeso e di avviarne di nuovi”.

Ma poi c’è l’attacco che mette in dubbio che si possa gestire tutto questo da palazzo d’orleans “Il settore ad oggi resta purtroppo nell’abbandono, non certo a causa del presidente Musumeci che ha assunto ad interim la carica ma che comprensibilmente non può operare nello specifico, perché deve già seguire l’intera attività di governo nel suo complesso, con sollecitazioni continue. Il presidente faccia appello alla sua coscienza e al suo senso pratico e nomini il nuovo assessore nel più breve tempo possibile. Un passo determinante affinché il nostro patrimonio artistico e culturale diventi davvero un volano per lo sviluppo economico della nostra terra”.

Insomma fatelo un assessore, di alto profilo, perchè dopo sette mesi dovete pur averlo trovato un nome valido…

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