E’ scontro in Sicilia all’indomani della bocciatura delle legge regionale di riforma degli appalti dichiarata parzialmente illegittima. Che così fosse era un fatto chiaro a tutti ma adesso c’è il bollo della Corte Costituzionale che ha cassato i primi due commi dell’articolo 4, quello che stabiliva i criteri di aggiudicazione dei lavori pubblici in Sicilia, e l’intero articolo 13, che prorogava i contratti di affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale.

L’impugnativa

Roma aveva impugnato le norme perché le disposizioni in materia sono di competenza statale e la Consula le ha dato ragione

La reazione blanda della Regione

Non appare affatto sorpreso l’assessore regionale Marco Falcone “Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato. Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano. In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese. Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere. Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l’argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte”.

Gli strali del Pd

Ma dall’opposizione partono gli strali “La solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente dal giudice del leggi. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile”. Lo dichiara il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo, commentando la sentenza 16/2021 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della “riforma” del codice degli appalti voluta da Musumeci.

“Insomma un governo che anziché risolvere i problemi – prosegue Barbagallo – genera confusione, contenziosi e risarcimenti del danno. Mandando letteralmente in tilt il sistema, le stazioni appaltanti, i comuni e le imprese. Il PD ha votato contro in commissione ed in Aula all’Ars, lamentando l’evidente illegittimità della norma. Musumeci, giunto al 4 anno di legislatura, dovrebbe concentrarsi di più per governare la Sicilia – conclude il segretario regionale dem -, ascoltando anche i suggerimenti che provengono dall’opposizione, anziché pensare solo agli annunci e alle conferenze stampa che ricordano tanto passerelle d’altri tempi”.

Parla di caos creato in Sicilia il deputato veterano Antonello Cracolici “Mi auguro che colui che dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia creando un grave danno alle imprese ed al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni”.

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