“E’ inconcepibile e irriguardoso che, per l’ennesima volta, l’Anas dimostri di non avere rispetto per la pazienza dei siciliani.
Non usa mezzi termini il presidente della Regione Nello Musumeci nel commentare il caos determinatosi lungo il percorso alternativo all’autostrada Palermo-Catania dopo la chiusura dell’ennesimo viadotto in condizioni critiche, stavolta dopo Ponte Cinque Archi in territorio Nisseno. Un tragitto obbligatorio per i mezzi pesanti, deciso dopo che il viadotto Cannatello è stato considerato a rischio crollo ma che nonostante due diverse modifiche resta assolutamente inadeguato in particolare proprio al traffico pesante. Il protrarsi delle operazioni di soccorso di un tir, andato fuori strada, ha costretto ieri decine di altri autisti a passare la notte all’addiaccio.
Una situazione che già il giorno antecedente all’incidente era stata denunciata da BlogSicilia con foto e video dell’assurdo percorso. Il problema riguarda i mezzi pesanti ma ciò significa non solo i Tir. Anche gli autobus di linea sono costretti ad affrontare un percorso alternativo che prevede l’utilizzo delle strade provinciali 19, 10, 72 e 112 e di un pezzo di statale 112 fino allo svincolo di ponte Cinque Archi dove è previsto il rientro in autostrada. Una deviazione che obbliga all’attraversamento dei centri abitati di Resuttano e Santa Caterina Villarmosa già colpiti da dissesti idrogeologici.
“Le nostre autostrade – sottolinea il governatore- continuano a cadere a pezzi nella impotenza di chi dovrebbe assicurarne la piena efficienza. Ho grande rispetto per i vertici siciliani dell’azienda di Stato, ma a Roma debbono capire che nell’Isola siamo stanchi della politica del “rappezzo”, un modus operandi che non ha né capo né coda, che denuncia una totale mancanza di strategia e che vive soltanto di soluzioni tampone, rivelatesi spesso inadeguate e rischiose”.
“Voglio escludere la mala fede – aggiunge Musumeci – ma, proprio per questo, non posso che ribadire, ancora una volta, l’assoluta inadeguatezza dell’Anas ad affrontare e risolvere problemi infrastrutturali provocati da almeno quarant’anni di mancata manutenzione. E’ arrivato il momento che questa lunga stagione di colpevole incuria si chiuda per sempre e che, con urgenza, comincino ad arrivare quelle risposte che lo Stato deve alla Sicilia”.
A Musumeci risponde l’Anas con una nota che che affronta punto per punto “Per quanto riguarda l’incidente, va precisato che non si è verificato lungo il percorso alternativo indicato da Anas per i mezzi pesanti eccedenti le 3,5 tonnellate in direzione Palermo-Catania che, in base all’Ordinanza Anas n. 247 del 27/12/19, prevede l’uscita allo svincolo di Tremonzelli e, dopo avere percorso le strade statali 120 e 117, il rientro in autostrada allo svincolo di Mulinello. Tale percorso alternativo è quello che Anas consiglia di percorrere a prescindere dalle condizioni di traffico e meteorologiche, in sostituzione di quello con uscita a Resuttano (indicato in un primo tempo e lungo il qale si è verificato l’incidente ndr) che prevede la percorrenza delle strade provinciali sp19 e sp112, lungo le quali tuttavia, è bene sottolinearlo, non era e non è in vigore alcuna limitazione al transito in ordine a limiti di sagoma o massa”.
“L’incidente che ha causato il blocco dei mezzi pesanti – prosegue la nota Anas – è avvenuto su un tratto di strada provinciale, e non sul percorso alternativo indicato da Anas, circostanza che sembra non essere nota al presidente della Regione. Lungo tali strade provinciali Anas, è bene ribadirlo, non ha alcuna competenza; nonostante ciò, nello spirito di fattiva e leale collaborazione tra istituzioni, su richiesta delle amministrazioni locali ha comunque provveduto ad avviare interventi urgenti di messa in sicurezza del piano viabile, attualmente in corso di esecuzione”.
“Quanto alle critiche del Presidente Musumeci sulla gestione delle autostrade siciliane che “continuano a cadere a pezzi nell’impotenza di chi dovrebbe assicurarne la piena efficienza”, è opportuno ricordare ai siciliani che le autostrade siciliane in gestione diretta di Anas sono la Tangenziale di Catania, l’autostrada Catania-Siracusa, l’A19 “Palermo-Catania”, l’autostrada A29 “Palermo-Mazara del Vallo” e le sue diramazioni per Trapani e per gli aeroporti di Birgi e Punta Raisi. Le autostrade A18 “Messina-Catania”, A20 “Messina-Palermo” e “Siracusa – Gela”, quest’ultima da anni in esercizio soltanto fino a Rosolini, sono invece di competenza del Consorzio Autostrade Siciliane, Ente Pubblico regionale alle dirette dipendenze di Musumeci”.
“Infine, Anas nega con fermezza di perseguire una politica “del rappezzo”. Anzi, precisa che la Direzione Operation nazionale e la Direzione regionale siciliana di Anas hanno predisposto fin dal 2017 un piano di manutenzione straordinaria dell’A19 articolato e completo che prevede investimenti pari a 850 milioni di euro lungo tutta l’arteria, in parte già eseguiti, e più in generale, un piano di manutenzione programmata di tutta la rete stradale siciliana per il quale sono previsti 1,1 miliardi di euro, dei quali circa 180 milioni in interventi già attivi e 600 milioni per interventi di prossima attivazione. Ovviamente l’avvio e l’avanzamento degli interventi di manutenzione e riqualificazione è condizionato dalla necessità di trovare un compromesso tra l’esigenza di accelerare l’attuazione mediante l’attivazione di più cantieri contemporanei e l’opportunità di attenuare i disagi alla circolazione che gli stessi cantieri inevitabilmente creano, limitandone quindi il numero. Tale necessità nasce sicuramente da un gap manutentivo che si è accumulato negli scorsi decenni, problema peraltro non limitato alla Sicilia ma diffuso in gran parte del Paese, che però non è attribuibile ad Anas né tanto meno all’attuale gestione, ma a scelte politiche del passato che non hanno previsto lo stanziamento di fondi adeguati per la manutenzione”.
Polemica a parte è il caso di sottolineare due aspetti. Per un verso è vero che l’incidente è avvenuto su una strada provinciale ma è anche vero che se l’Anas indica un percorso alternativo diverso in realtà in un primo tempo indicava esattamente questo percorso. L’obbligo, però, non scatta a Tremonzelli come da percorso consigliato ma a Resuttano dove ai mezzi pesanti viene fisicamente impedito di rientrare in autostrada e da lì le indicazioni portano al primo percorso alternativo ovvero esattamente al percorso lungo il quale è avvenuto l’incidente.
La seconda cosa da sottolineare, dunque, è la necessità di ribadire l’opportunità ai mezzi in transito di usare l’altro percorso e sarebbe, forse, opportuno da parte di Anas migliorare le indicazioni in questo senso in autostrada già prima di Tremonzelli
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